E’ da un po’ che m’incuriosisce… Vediamo di scoprirne un po’ di più su questa sostanza conosciuta da tempi immemori da sciamani e curanderi, e che sembra provocare un interesse crescente anche da noi..
Catherine
La dimetiltriptamina (DMT), è una triptamina endogena psichedelica, presente in molte piante e nel fluido cerebrospinaledegli esseri umani, sintetizzata per la prima volta nel 1931 dal chimico Richard Manske.
Aumento della pressione sanguigna e del battito cardiaco, dilatazione delle pupille. L’immergersi in mondi molto bizzarri, la separazione di corpo e mente, la dissoluzione dell’io e una sensazione di unione con il tutto sono la regola; esperienze di stati pre-morte sono pure frequenti. Dopo circa 10 minuti il senso di ebbrezza comincia a ridursi, riecheggiando piacevolmente ancora per circa 30-60 minuti.
Inizio degli effetti: fumato, dopo un paio di secondi.
Rischi ed effetti collaterali
Il DMT sembra essere appropriato durante le meditazioni rituali, ma non come droga da party!
Provoca spesso perdite di autocontrollo, nonché nausea e vomito. Altri effetti collaterali sono l’aumento della frequenza cardiaca, un leggero acceleramento della respirazione, un aumento della pressione sanguigna, la dilatazione delle pupille, un aumento della salivazione, tremito, agitazione e mal di testa, come pure disturbi motori.
I pericoli del DMT sono soprattutto di natura psichica. Stati di angoscia e brutti trip sono possibili. Il forte cambiamento di percezione e la dissoluzione dell’identità personale possono essere vissuti in modo traumatico da alcuni consumatori.
Sono possibili disturbi permanenti della percezione di sé e della realtà. Eventuali psicosi latenti (preesistenti ma nascoste) possono riaffiorare.
di Enrica Perucchietti
«Quando fumi DMT ti ritrovi dentro quei dischi volanti per cui va pazza tutta questa gente disorientata. Solo che ti ci ritrovi grazie a un atto compiuto volontariamente, cioè grazie alla ripetibilità. E dopo aver trascorso tre minuti circa in mezzo a macchine elfiche in continuo mutamento, vieni ridepositato nel tuo appartamento quasi senza recare segni dell’avventura. Ora, perché non diamo questa roba ai personaggi di spicco della comunità ufologica o a chiunque abbia un interesse in fenomeni psicologici inconsueti e nel paranormale…? » L’etnobotanico Terence McKenna raccontava così, in un convegno tenutosi a New York nel 1993, le sue esperienze sotto DMT (dimetiltriptamina), invitando i ricercatori di ufologia a testare la sostanza per comprendere la vera origine del fenomeno UFO. Questa sostanza psicotropa gli permise infatti di viaggiare, quale novello sciamano, attraverso «numerosi reami, alcuni bellissimi, altri magici, e altri ancora terrificanti».
Se le visioni esperite da McKenna sotto DMT ricalcano il modello tipico delle esperienze indotte da sostanze psicotrope (espansione della coscienza, viaggio nel tempo, immedesimazione in altre persone, animali, oggetti, incontri con esseri fatati o addirittura “alieni”), tali visioni hanno però una natura e un’origine diversa: la dimetiltriptamina, infatti, non è solo il principio attivo della bevanda sacra degli sciamani andini, l’ayahuasca.
Essa è infatti anche presente all’interno del fluido cerebrospinale dell’uomo.
L’uomo, cioè, è dotato di natura, biologicamente, di questa sostanza psicotropa quasi fosse una tecnologia “spirituale” in grado di metterlo in contatto istantaneo con altri piani di esistenza, quegli stessi reami in cui è solito viaggiare lo sciamano. Perché?
Una chiave d’accesso al multiverso
Come dimostro nel saggio Il Fattore Oz. Alieni, sciamanesimo e multidimensionalità (2012, Xpublishing), la DMT endogena (secreta cioè dall’organismo umano) sembra essere la chiave d’accesso per sollevare il Velo di Maya, penetrare istantaneamente nel Regno del Sogno (ovvero le dimensioni normalmente esperite dagli sciamani) e viaggiare per i reami del multiverso. Questi “viaggi” non sarebbero però da confondere con i soliti “trip” indotti da allucinogeni, ma la loro natura potrebbe andare ben oltre la semplice allucinazione. Non a caso gli psichiatri e i neuroscienziati, che l’hanno testata in laboratorio con somministrazione esogena controllata e ancora oggi la stanno studiando, sono concordi nel chiarire che sotto DMT la realtà che si manifesta ai volontari in stato alterato di coscienza appare «più reale della realtà stessa». La DMT, con impatto straordinario, improvviso e violento, catapulta la coscienza in una dimensione altra, aliena appunto, che coesiste da sempre con la nostra, ma che in stato ordinario non può essere percepita.
(Continua qui: ift.tt/1izw4WG)
La storia dell’Ayahuasca nasce nelle foreste amazzoniche del Brasile ed ha una tradizione millenaria: dapprima come pianta medicinale poi fondamentale bevanda sacra per creare lo stato allucinatorio nei riti sciamanici per la visione e la comunicazione con il divino. Perfino l’ex ministro della cultura brasiliana, il cantautore Gilberto Gil, la definì “una birra allucinogena”che consiste un vero e proprio trip interiore, fatto di visioni e allucinazioni, anche se scientificamente non risulta essere propriamente una droga.
(Fonte: ift.tt/y8coBQ)
Infatti, a tal proposito, molti scienziati si sono interrogati su come gli indigeni amazzoni abbiano potuto venire a conoscenza della giusta combinazione degli ingredienti sopra citati, senza avere alcuna nozione della chimica e della biologia più basilari. Alcuni studiosi, addirittura, si sono concessi il beneficio del dubbio, supponendo che la risposta a tale dilemma stia in un’entità superiore, come quelle che gli stessi popoli tribali veneravano durante il rito propiziatorio. Dal loro canto, gli sciamani che hanno imparato l’utilizzo giustodelle componenti dell’Ayahuasca hanno raccontato agli esperti di aver ricevuto consigli dagli spiriti delle piante stesse, per capire come combinarle. Lo sciamano Kgao Temi ha persino dichiarato: “La gente del passato può venire da te. Ti insegnano cose e ti danno maggiore potenza. Parlano con te, veramente. Ti spiegano della danza. Ti insegnano anche l’uso delle piante.”
Non è chiara, dunque, la natura del rito preparatorio dell’Ayahusca, ma questa sostanza allucinogena è entrata nell’uso di molte culture negli Stati Uniti ed in Europa. Alcuni lo definiscono già un “hobby per hippie” che solo i più facoltosi possono permettersi, ma l’assunzione di questa droga non è affatto immediato. Infatti, molti parlano di veri e propri riti mistici allestiti in salotti di gusto raffinato, dove molti borghesi si riuniscono e vengono sottoposti all’atmosfera che meglio si confa all’occasione. Musica tipica delle popolazioni indigene, versi di animali selvaggi e luci soffuse sono l’introduzione più comune al “rito”. Una piccola coppa di Ayahuasca viene fornita agli ospiti della seduta, con tanto di secchio al lato, dopo di che la festa può avere inizio.
(Fonte: www.vnews24.it)
Curioso infatti è che proprio in Brasile, il luogo dove l’Ayahuasca è usata in quantità massicce in parecchi riti di dottrine sincretiste, venga perfino ritenuta un toccasana per curare alcolismo e tossicodipendenza, ma anche numerosi disturbi mentali come depressione, autismo e schizofrenia. Tanto che l’utilizzo è legalizzato dallo stato brasiliano per scopo religioso fin dal 1986 e nel 2008 sempre il ministro Gil ne ha avviato il processo di riconoscimento nei rituali religiosi come un patrimonio della cultura brasiliana.
from La Crepa nel muro ift.tt/2avUrWI