Caro M5S, volete allargare il direttorio? Bene, ma dovreste fare così…

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Barbara Lezzi, senatrice M5S, ha rilasciato un’intervista al Fatto Quotidiano sulle questioni romane. L’ipotesi, che alcuni organi di stampa dicono condivisa anche dalla Casaleggio Associati, è quella di allargare il direttorio a 30/40 persone. Una vera e propria struttura di intermediazione (di quelle che ancora oggi non sono previste dal “Non Statuto“).

Luigi Di Mario Virginia Raggi Direttorio Trasparenza

Barbara Lezzi, nell’intervista, dice chiaramente che Virginia Raggi, Paola Muraro e Luigi Di Maio hanno sbagliato: avrebbero dovuto comunicare subito, immediatamente dopo averlo saputo a fine luglio (grazie alla richiesta di una certificazione ex art. 335 del codice di procedura penale che attesta che qualcuno è iscritto nel registro degli indagati), che l’Assessore all’ambiente era indagato (l’avviso di garanzia può arrivare o no: dipende se è necessaria la partecipazione dell’indagato alle attività del PM). È quello che sostengo io, con l’aggiunta che, in pieno spirito M5S (cioè in ossequio alla democrazia diretta che ultimamente, tra un pranzo di Di Maio all’Ispi e un incontro a porte chiuse con i lobbisti è un po’ in affanno), già a fine luglio si sarebbe dovuta avviare una consultazione pubblica sul blog di Grillo sulla permanenza in carica della Muraro. Questo avrebbe messo al riparo il M5S da qualunque critica. E — detto tra noi — credo che se la questione fosse stata presentata bene, il risultato sarebbe stato scontato: gli attivisti avrebbero consentito alla Muraro di restare in carica fino a quando non si fossero chiariti i fatti. La trasparenza premia sempre e gli elettori non hanno l’anello al naso: sanno benissimo che essere indagati può non voler dire niente. Io stesso fui indagato addirittura per “ricettazione”, il giorno stesso che mi fu attribuito l’incarico di responsabile della Comunicazione M5S al Senato. Basta una finta agenzia stampa e una denuncia in procura. Si deposita la denuncia, si ritira il numero di protocollo e si diffonde l’esistenza di un’indagine a carico del nostro miglior nemico (con tanto di riferimenti protocollari). Poi il PM stralcia a tempo di record, ma intanto i media hanno qualcosa di cui parlare.

Detto questo, che mostra lapalissianamente come il problema attuale del M5S sia e continui ad essere un problema di metodo e non di merito (e tuttavia il metodo può fare più danni del merito), io vi faccio una preghiera: questa volta fate le cose per bene! Volete fare un direttorio allargato? Non calate i nomi dall’alto. Fateli scegliere al M5S. Ma come: il M5S non siete voi eletti? No sbagliato! Il M5S sono i cittadini attivisti certificati che partecipano alla piattaforma Rousseau. Sono loro il M5S. In parlamento ci sono solo dei portavoce. Non sono i parlamentari, non è la Casaleggio Associati, non sono anomini staff e neppure gli uffici di Comunicazione a dover scegliere i membri del direttorio allargato: devono essere i cittadini, secondo il modello dell’elezione del Presidente della Repubblica, che fu esemplare. Due turni: nel primo ognuno esprime i propri candidati. Poi si raccolgono le proposte e i più votati diventano parte di un elenco di candidati su cui esprimere il voto finale. Solo così il nuovo direttorio sarà davvero espressione del M5S, al suo servizio, e non risponderà a nessuno se non ai cittadini, alla base. O fate questo, o creerete un altro partito con la sua struttura di potere piramidale dove “io so’ io e voi nun siete un cazz“.

Ma prima… prima ci sarebbe un altro piccolo particolare. Il Movimento 5 Stelle si regge su un Non Statuto. Il Non Statuto dice chiaramento questo:

Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi.

Quindi, perché questo nuovo direttorio allargato abbia una legittimità non giuridica, ma naturale, bisogna sottoporre a tutti i cittadini a cinque stelle una consultazione sulla possibilità di cambiare il “Non Statuto”, rimuovendo la parte “senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi”.

Così si agisce da Movimento 5 Stelle. Il resto lasciatelo agli altri.

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