Innanzitutto, come “non” fare soldi con un blog
Se vuoi fare soldi con un blog, non aprire un blog di informazione. Tantomeno libera. Se poi vuoi fare un blog di informazione indipendente, inizia a cercarti su AirB&B un paio di metri quadri ancora disponibili, a prezzi stracciati, sotto a qualunque ponte di qualunque città che abbia un fiume.
Scherzi a parte, la realtà è che mentre le pentole si pagano (e quindi aprire un blog di pentole ha un mercato), il pensiero sembra gratis. Eppure per trasmettere le idee, nel mondo dell’informazione, ci vuole tempo e ci vogliono soldi. Per realizzare una videointervista fatta come si deve, ad esempio, ci vogliono migliaia di euro di attrezzature, spostamenti, giorni e giorni di lavoro, servizi digitali e tanta professionalità (che si acquisisce dopo anni di studio e di esperienza). Poi ci vogliono competenze. E siccome in un blog personale non c’è economia di scala, dovrai averle tutte tu. Dovrai essere uno strano ibrido tra un giornalista, un operatore video, un montatore, un audio engineer, una redazione, un social media manager, un esperto di chiavi di motori di ricerca, un grafico, uno smanettone informatico, un talent scout in grado di anticipare personaggi e tempi… Ma non basta: dovrai avere curiosità, passione, saperle trasmettere e non avere paura di sacrificare la famiglia, la salute, la sicurezza, la stabilità e tanto altro che non mi viene in mente perché probabilmente l’ho già perso molto tempo fa.
In realtà, se oltre ad essere un pazzo sognatore utopico hai anche un po’ di senso pratico (o ti fai aiutare da chi ne ha), allora con un po’ di pianificazione e organizzazione, oltre a fare concorrenza al mondo mainstream inserendoti dove giornali e televisioni non possono arrivare (per via delle correnti editoriali, o della necessità di non infastidire gli inserzionisti, o ancora della vocazione ad essere politically correct, o della loro lentezza strutturale e così via), potrai anche arrivare a fine mese. A patto di saper essere interessante, di dare una lettura diversa e originale delle cose, e a condizione di essere spesso anche esclusivo (hai detto niente!), di fare molti video e saper trovare la giusta sintesi tra il ritmo e l’approfondimento. Insomma, con una spolverata di Google Adsense, qualche donazione e un pizzico di crowdfunding, potresti costruirti una valida alternativa a quegli scandalosi 5 euro a pezzo che molti giornali pagano ai pubblicisti in erba. Ma dimentica le regole. Tipo che un video non deve durare più di tre minuti (i video di Byoblu più interessanti hanno superato i sessanta minuti e sono stati visti centinaia di migliaia di volte), o tipo che ogni post deve avere uno studio approfondito sulle chiavi SEO: gli unici post che la gente leggerà saranno quelli che hai scritto con il cuore e che raccontano qualcosa che davvero serviva raccontare.
Poi, se non sarai del tutto incapace di scendere a compromessi (o se sei nato con quella dote esotica, a me sconosciuta, chiamata diplomazia), dal tuo blog di informazione libera e indipendente potresti anche fare il salto e avere il tuo angolo sul Fatto Quotidiano, o sul Giornale, o magari perfino su Repubblica. Se non sei figlio di papà e hai l’insana passione per l’informazione, pensaci. Sarà entusiasmante. Ma dovrai correre veloce, non guardare in basso e dimenticare la paura.
Come invece fare i soldi con un blog
Se invece vuoi usare internet per costruire un business, allora tanto di cappello (ti guardo con sincera ammirazione): leggiti come creare un blog di successo, spiegato dai maggiori esperti di marketing online e poi torna a dirmi quanti bei soldini hai fatto. Certo, nessuno ti regalerà niente, ma almeno in questo caso, se saprai scegliere con attenzione la tua nicchia di mercato tra quelle dove un mercato c’è veramente, avrai potenziali investitori e potenziali compratori da profilare e non dovrai affidarti esclusivamente al senso di responsabilità di cittadini consapevoli e illuminati. Con le tecniche giuste, lavorando di parole chiave e di intelligenza, potresti anche diventare un punto di riferimento nel settore che hai scelto e farti staccare “assegni veri” (quelli con più di uno zero) da Amazon, da Google, dai programmi di affiliazione o dalla vendita di corsi, manuali, ebook, o dalla “semplice” dispensazione di consigli quotidiani, dalla vendita di abbonamenti a chat tematiche esclusive oppure da quanto di più invitante e remunerativo la tua fantasia imprenditoriale saprà suggerirti, fino all’organizzazione di seminari, convegni, forum, convention ed eventi di ogni tipo.
Ma non farti illusioni: essere un fuori classe, in qualunque categoria, richiede un impegno costante e senza limiti, una buona dose di coraggio, una spiccata attitudine all’iniziativa personale e, soprattutto, nell’era del peer to peer, la capacità di credere onestamente e per primi in quello che si vuole “vendere”. La chiave è saper “dare“, prima ancora di “prendere“. La fiducia è tutto. Chi si fida di te, sarà disposto a crederti e perfino a perdonarti qualche piccolo errore.
E soprattutto, ricordati di sognare, perché niente si avvera se non lo hai prima sognato abbastanza a lungo.
from Byoblu.com ift.tt/2aK4E40