H.A.A.R.P., terremoti, paura, cervello..

Proponiamo alcuni estratti da un articolo scritto da Alessio Di Benedetto ed intitolato Angeli, non suonate quest’arpa. 

Come è noto, con H.A.A.R.P. si intende un gigantesco sistema di antenne ubicate a Gakona (Alaska), il cui scopo ufficiale è lo studio della ionosfera, ma che in realtà è una potente arma per manipolazioni climatiche e tettoniche. 
Occorre ricordare che impianti simili, altrettanto potenti, sorgono anche altrove, in Svezia, Russia, Francia, Italia… 


Lo studio di Alessio Di Benedetto è un contributo fondamentale, poiché dovuto ad un esperto nel campo delle frequenze: l’autore, infatti, è docente di Storia ed estetica musicale presso il conservatorio di Foggia. Ha scritto numerosi libri di argomento musicale, in cui spazia dalla storia antica alla fisica, dalla simbologia alle scienze di frontiera. Le sue numerose pubblicazioni hanno riscosso grande successo di critica e di pubblico. 

Chi meglio di Di Benedetto dunque, abituato a disquisire di armoniche, frequenze, vibrazioni… può comprendere i veri fini di H.A.A.R.P.? 
Il testo illumina, con mirabile chiarezza e sulla base di investigazioni scientifiche, la relazione tra risonanza Schumann, la pulsazione naturale della Terra, e l’inquinamento elettromagnetico…

E’ doveroso ringraziare ancora una volta il gentilissimo Dottor Gianni Ginatta che ci ha segnalato l’articolo. Validissimo ricercatore, animato dal sincero desiderio di verità, al Dottor Ginatta vanno i nostri attestati di stima per la sua abnegazione e per il suo disinteressato sostegno.

L’uomo materialistico, assetato di potere e di odio per il mondo ed il creato, ha messo a punto un sistema di distruzione del Canto della Terra, la cui voce risuona alla frequenza di 7,83 htz. 

Ci riferiamo al Progetto H.A.A.R.P., un vero e proprio piano di manipolazione mentale, per controllare il nostro modo di pensare. Esso è stato realizzato dai poteri forti statunitensi attraverso l’emissione nell’atmosfera di segnali sonori molto bassi (infrasuoni) che interferiscono con il flusso di onde analoghe irradiate dal cervello umano.

Non dimentichiamo che, dal punto di vista della Fisica vibrazionale, tutti i processi biologici dipendono dalle interazioni dei campi elettromagnetici e gravitazionali. Qualsiasi attività umana organica e vitale pulsa in risonanza con la frequenza Schumann. La nostra stessa salute dipende dall’accordo con siffatto suono. L’alterazione artificiale di cui è fatta oggetto questa frequenza della Terra ci impedisce di sognare, di fantasticare, d’inventare, di stare in pace con noi stessi e con gli altri.

[…] Il cervello emette onde che, nello stato di veglia, funzionano all’incirca tra 13 e 33 hertz (onde Beta) o che durante lo stato di meditazione profonda variano tra 3 e 7 hertz. Le onde Alfa (7-12 hertz) si sprigionano nel dormiveglia o in una condizione meditativa leggera. Infine vi sono le onde Gamma (34-60 hertz) che sono preposte a collegare tempo e spazio a livello neuronale e ad interrelare la realtà in quanto interpretazione complessiva (memoria e coscienza). L’uomo è il prodotto di un’interferenza d’onda generata tra il suo campo elettrodinamico e la risonanza di cavità Schumann. Il cervello umano è un complicatissimo congegno ricetrasmittente. Ne consegue che le turbolenze geomagnetiche causate da H.A.A.R.P. e dall’innalzamento della temperatura terrestre (provocato anche dalle scie chimiche, n.d.r.), provocano disturbi mentali e del comportamento. L’elettrosmog potrebbe oggi causare cambiamenti evolutivi incontrollabili e distruggere alcune specie viventi nonché scatenare attacchi cardiaci, tentativi di suicidio, crimini efferati…

La cassa di risonanza Terra-Ionosfera subisce delle modulazioni naturali derivanti dalle macchie solari, dal ciclo lunare, dalle maree che variano lo spessore risonante della biosfera. Progetti come H.A.A.R.P., che riscaldano o eliminano la ionosfera, costituiscono potenzialmente una minaccia di proporzioni catastrofiche per gli equilibri armonici degli esseri viventi e del pianeta.

L’innalzamento della risonanza Schumann deriva da immissioni di reti elettromagnetiche artificiali e di cluorofluorocarburi che stanno distruggendo l’ecosistema vibrazionale terrestre. Nulla a che vedere dunque con la ventilata elevazione della coscienza planetaria.

[…] Già nel 1915 Nikola Tesla rilasciò un’intervista al New York Times in cui affermò che era possibile alterare la ionosfera. Variando le frequenze in gioco ed i tempi di esposizione, si possono ottenere i seguenti risultati:

– influire in maniera drastica sul tempo atmosferico;
– provocare terremoti;
– interferire con le onde cerebrali di uomini ed animali;
– generare esplosioni nucleari senza ricaduta radioattiva;
– eseguire la tomografia della Terra;
– irradiare calore persino in bunker situati a grandi profondità;
– eliminare le comunicazioni su aree specifiche vaste, mantenendo quelle militari.

La ionosfera è simile ad una sottile pelle protettiva contro le particelle ad alta energia che viaggiano verso la Terra dal Sole. Dan Eden ricorda che persino un buco temporaneo o uno strappo in questo campo ionizzato potrebbe produrre delle mutazioni genetiche e persino la morte. Alcuni scienziati temono pure che la ionosfera potrebbe collassare per uno squilibrio elettrico.

[…] Siamo perciò di fronte ad una delle armi geofisiche il cui potere devastante non ha confini e che è in grado di produrre alluvioni o siccità, esplosioni radianti a qualsiasi altitudine e sotto la crosta terrestre, provocando terremoti di qualsiasi entità.

Fonte: www.tankerenemy.com

Il terremoto cambia il cervello

Non crollano solo le case, ma si incrina anche la mente delle persone: uno studio giapponese dimostra che i terremoti disturbano la struttura del nostro cervello.

Un terremoto dura pochi secondi, minuti al massimo: ma i suoi danni sono per sempre. Non solo nelle cose che perdiamo, ma anche in quello che siamo. Qualcuno dirà che è ovvio: basta vedere alcune foto del recente terremoto in Emilia (articolo del 2012 NdC) per rendersi conto di quanto sia drammatico l’ impatto umano. Ma quando si dice trauma psicologico, non è solo una metafora: sono veri cedimenti strutturali del nostro cervello.

Uno studio giapponese recentemente uscito su Molecular Psychiatry ha infatti trovato cambiamenti permanenti nel cervello dei sopravvissuti al terribile terremoto del marzo 2011

Gli autori, della Tohoku University di Sendai (una delle città più colpite dal terremoto) hanno analizzato il cervello di 42 studenti dell’università sopravvissuti al cataclisma. Questi studenti avevano già partecipato ad altri studi di risonanza magnetica prima del terremoto: in questo modo, avendo fotografie del loro cervello prima dell’evento, e ri-fotografandolo dopo, è stato possibile capire quali sono stati i cambiamenti.

Altra cosa essenziale, gli autori hanno esplicitamente preso un campione che non soffriva di disturbo dastress post-traumatico (Ptsd). Che il Ptsd causi cambiamenti seri nell’anatomia cerebrale è noto da quindici anni. Qui invece parliamo di persone giovani che apparentemente sono uscite relativamente bene dal cataclisma, senza sintomi psicologici troppo significativi. 

Eppure il terremoto è rimasto dentro di loro. 
In particolare il team giapponese ha mostrato che negli studenti, pochi mesi dopo il sisma, si è ridotta una zona del cervello nota come corteccia orbitofrontale (Ofc) sinistra. La funzione precisa dell’Ofc non è ancora chiara, ma è noto che ha a che fare con il modo con cui reagiamo alla paura. 

Quando l’Ofc si lesiona, i pazienti fanno fatica a smettere di avere paura. L’Ofc sembra anche avere un ruolo nell’evitare che le emozioni negative ci condizionino e ci distraggano quando dobbiamo fare qualcosa. È come fosse una valvola che ci impedisce di essere soverchiati dalle emozioni negative.

Il fatto che questa zona del cervello si sia rimpicciolita dopo il terremoto dimostra, in pratica, che iltrauma ha reso il cervello incapace di rassicurarsi, di spegnere la paura. E infatti i ricercatori giapponesi mostrano che i sintomi da stress negli studenti sono tanto più intensi quanto più forte è stato il calo di dimensioni dell’Ofc.


È interessante notare come, in generale, danni all’Ofc sono stati correlati anche a comportamenti disinibiti come dipendenza dal gioco d’azzardo, ipersessualità o dipendenza da droghe: guarda caso, un aumento di questi comportamenti viene riportato regolarmente dopo i terremoti: anche in Abruzzo.

Il team giapponese ha anche trovato che esistono altre zone del cervello che invece possono proteggere o meno dagli effetti psicologici del sisma: in particolare una zona nota come corteccia cingolata anteriore (Acc) destra, una zona correlata alla consapevolezza emotiva, la capacità di gestire l’ ansia e la motivazione. Secondo lo studio, i pazienti che hanno naturalmente una dimensione maggiore dell’Acc sono quelli che riescono a resistere meglio allo stress del terremoto (Curiosamente, una ricerca dell’anno scorso aveva correlato le dimensioni dell’Acc all’orientamento politico).

La capacità di distinguere quali siano i fattori che, nel nostro cervello, prevengono i sintomi dello stress, e quali invece siano le parti vulnerabili a eventi catastrofici potrebbe essere utile in futuro per capire come prevenire tali sintomi, o per diagnosticare la probabilità che soffriremo di sintomi da trauma psicologico (e quindi prepararsi per l’evenienza). Ma questo è di là da venire. Nel frattempo, possiamo essere sicuri che, per chi si trovava a Sendai o all’Aquila, a Mirandola o a Christchurch, qualcosa dentro di loro è davvero cambiato per sempre.

from La Crepa nel muro ift.tt/2bNmCyK

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