“Perché è così difficile?
M. Homes
Buona lettura.
Cirenaismo
Michel Onfray, L’Arte di Gioire, 1991
Platonismo
La dottrina platonica si basa sul presupposto secondo cui l’umanità sia in grado di trovare la risposta ad ogni grande interrogativo mediante l’uso della ragione. Questo principio si pone anche alla base della Gnosi. La sua radicalizzazione ha tuttavia prodotto una serie di fenomeni, filosofie ed ideologie dannosi (simboleggiati dal mito di Lucifero) come il relativismo morale, le manie apoteotiche ed il dogmatismo scientifico.
Platone riteneva che l’anima dell’uomo fosse formata da tre distinte componenti: intelligenza, spirito (coraggio), e desideri fisici.
Ognuna di esse andava soddisfatta al meglio, facendo in modo che nessuna delle tre interferisse con le esigenze delle altre due.
Il raggiungimento di un livello di equilibrio tra le tre componenti rappresentava per Platone appena il primo passo verso ciò che definiva: ‘una vita buona.’ Era infatti convinto che la natura umana richiedesse molto più di un semplice equilibrio interiore; essa imponeva che ogni individuo usasse il proprio intelletto per ricercare la verità, ottenere nuove conoscenze ed infine trovare la realtà ultima.
Johann Wolfgang Goethe, Lettera a Johann Heinrich Meyer, 1796
Secondo gli insegnamenti di Epicuro, qualsiasi cosa esistente è composta di minuscole particelle. L’organismo umano contiene anche particelle d’anima. Senza tali particelle il corpo è morto, e senza un corpo vivente le particelle d’anima non sono in grado di percepire. A causa di questa doppia esistenza, nessuna parte dell’essere umano può sopravvivere dopo la morte. Non vi è alcun dio; non esiste alcun riposo eterno o tormento, non vi sono grandi ricompense ultraterrene per ciò che si è fatto nella vita, e nessuna grande punizione dalla quale scampare. Ciò significa che tutto ciò che uno possiede, lo possiede sulla Terra. Di conseguenza, secondo la filosofia epicurea lo scopo della vita è massimizzare il piacere e ridurre al minimo il dolore. Un compito non facile, in quanto le peggiori fonti di dolore ed ansia non corrispondono a cose concrete ma a concetti astratti e ad aspirazioni irrealizzabili. Ciò non significa che nella propria ricerca del piacere uno possa fare ciò che gli pare – come nel caso della filosofia cirenaica. Epicuro consiglia di vivere con bontà, non tanto per soddisfare un’esigenza etica, quanto per un fatto pragmatico; chi agisce male – infatti – incorre in maggiori probabilità di allontanarsi dal piacere e avvicinarsi al dolore per via dei sensi di colpa, che prima o poi lo coglieranno, e dell’ansia di essere scoperto e punito. Uno degli aspetti più importanti del significato attribuito alla vita dalla dottrina epicurea è la coltivazione delle amicizie, ‘uno dei sentimenti più piacevoli, sicuri, e permanenti a cui un mortale possa aspirare.’
Cinismo
Marcello Marchesi
Quella dei cinici fu un’altra scuola filosofica nata da una costola della scuola socratica. Il Cinismo perseguiva una vita morale che fosse in linea con le leggi naturali, piuttosto che con l’etica e le tradizioni spesso immorali, quindi innaturali, della società civile.
La dottrina dei Cinici contiene evidenti punti di contatto con il liberalismo classico e l’anarchismo.
Mohism
David Mitchell, Number 9 Dream
La filosofia Mohism si sviluppò in Cina pressappoco nello stesso periodo in cui nell’antica Grecia prolificavano i cirenaici. Il fondatore di questa antica dottrina – Mo Di – condusse i mohsim a diventare una delle prime scuole filosofiche cinesi concentrate sullo studio della vita e del suo significato più profondo. I loro testi delinearono 10 dottrine, che in sintesi prescrivevano un quotidiano esercizio dell’imparzialità. Secondo la filosofia Mohism, il senso della vita risiede nel perseguire l’armonia nel mondo, al fine di ottenere ricompense divine nell’aldilà.
L’armonia è perseguibile riservando ad ogni persona la medesima quantità di cura ed attenzione, ed impegnandosi affinché nessuno possa prevalere sul suo prossimo. Questo significava sbarazzarsi di ogni lusso e ricchezza e di ogni svago fine a se stesso.
La rivoluzione Francese e quella Russa trassero la loro forza ideologica da principi assimilabili a quelli del Mohism e del Cristianesimo. Unica differenza – sostanziale – l’assenza dell’elemento trascendente (bandito e soppiantato da ateismo e scientismo) forse perché incompatibile con il sanguinoso pragmatismo politico che trasformò i due movimenti rivoluzionari in tragici e fallimentari Regni del Terrore.
Cristianesimo
Lev Tolstoj
Secondo la dottrina cristiana, il progetto di Dio su di noi equivale al progetto per cui Egli ci ha creati.
Per scoprire questo progetto e quale sia il senso della vita, occorre quindi conoscere il fine per cui Dio ci ha creati. Il Concilio Vaticano II afferma che: “La comunione di Dio con gli uomini e degli uomini con Dio e fra loro in Cristo, costituisce il fine della vita.” Vivere in Dio, per Dio e con Dio, vivere nell’amore fraterno è quindi il fine unico della vita secondo i cristiani.
Gli altri fini dell’uomo, anche buoni e che vanno conseguiti, sono sempre fini umani intermedi, che vanno ordinati tutti al fine unico dell’esistenza, che è l’intima unione con Dio e l’amore fraterno.
Albert Einstein
Albert Einstein, su Mein Weltbild, 1934
Nello scambio epistolare intrattenuto con suo figlio Eduard – tuttavia – Einstein estese ed approfondì il concetto. dicendosi convinto che il più grande ideale esistenziale fosse il raggiungimento del “più elevato stadio di coscienza” e la capacità di concepire e creare qualcosa dal nulla. E tale capacità creativa era a suo avviso la vera fonte della felicità. Creatività da esercitarsi non per l’ambizione di essere ricordati, ma per un senso d’amore verso la vita.
Darwinismo
Raymond E. Feist, Silverthorn
Charles Darwin ebbe un rapporto complicato con la religione e le idee religiose.
Una cosa su cui concordano molte interpretazioni del darwinismo è che quantomeno una parte del significato della vita per qualsiasi organismo vivente sia quello di tramandare il proprio DNA alla generazione successiva.
“Alla vita deve essere attribuito un senso a causa del fatto evidente che non abbia alcun senso.”
Henry Miller
La filosofia nichilistica afferma che non esistano cose come il valore o la conoscenza, e che non vi sia alcun significato attribuibile all’esistenza umana. Friedrich Nietzsche sosteneva che le credenze nichilistiche alla lunga avrebbero condotto al crollo di qualsiasi cosa, perché la gente avrebbe semplicemente cessato di preoccuparsi di qualsiasi cosa. Secondo i nichilisti non esiste alcuna verità assoluta, e qualsiasi concetto apparentemente ‘assoluto’ uno creda di conoscere è destinato ad essere soppiantato da nuove idee ritenute più soddisfacenti.
Probabilmente una delle teorie più deprimenti sul senso della vita, il nichilismo afferma che qualsiasi cosa non abbia il benché minimo senso o significato, ma che in effetti questa verità non è che abbia poi molta importanza.
Filosofia Tibetana
Ralph Waldo Emerson
La filosofia tibetana si sviluppò in diverse località himalayane. Molto simile al Buddismo, essa persegue un obiettivo non di poco conto: porre fine alla sofferenza del mondo. Per fare questo, occorre prima conseguire la comprensione del mondo e del suo funzionamento. Attraverso la comprensione si guadagneranno le conoscenze necessarie per porre fine alla sofferenza umana. La filosofia fornisce anche un percorso attraverso cui è possibile misurare i traguardi personali, il quale va dall’essere una ‘persona di piccola capacità’ (chi guarda solo al proprio orticello) all’essere una ‘persona di grande capacità’ (che percepisce la sofferenza altrui come sua propria sofferenza). E dunque secondo la dottrina tibetana il vero significato della vita può essere trovato da chiunque pratichi le idee in cui crede, e agisca in modo tale che dalle sue azioni tragga beneficio il suo prossimo.
Cultura Azteca
Zenone di Cizio, III sec. a.c.
Secondo gli aztechi il senso ultimo della vita è quello di vivere in equilibrio con la natura e contribuire alla continuazione dell’energia che dà origine ad ogni generazione.
Umanesimo
Alphonse Allais
Secondo l’Umanesimo non esiste un significato specifico ed univoco della vita. Ogni individuo ha un fine significativo, del tutto personale. Anziché cercare di tracciare un modello universale, buono per tutti, la gente dovrebbe scrutare in se stessa (se riesce a farsi largo tra le cianfrusaglie culturali con cui è stata massicciamente ‘formata’) per scoprire cosa la renda realmente felice, cosa soddisfi la sua sete, dando significato alla sua vita. Ognuno è diverso – secondo l’Umanesimo – dunque il senso della vita sarà diverso per ognuno di noi.
Aforismi
“Ogni livello di complessità crea una maggiore distanza tra noi e le semplici verità della vita.”
Fennel Hudson, A Waterside Year – Fennel’s Journal – No. 2
“La vera differenza al cospetto del senso della vita è tra chi cerca, e cercando apprezza le ricerche altrui, e chi non cerca, e non cercando disprezza le ricerche altrui.”
Vito Mancuso, Io e Dio, 2011
“Nulla conta quando sei morto, e sei morto quando nulla conta.”
Mokokoma Mokhonoana
“Solo i poveri riescono ad afferrare il senso della vita; i ricchi possono solo tirare a indovinare.”
Charles Bukowski, Storie di Ordinaria Follia, 1972
Una teoria afferma che ogni qual volta qualcuno comprenda esattamente quale sia lo scopo dell’universo, quell’universo scompaia all’istante per essere sostituito da qualcosa di ancora più strano e inesplicabile. Un’altra teoria dimostra che tutto ciò sia già accaduto …
Douglas Adams, Guida Galattica per Autostoppisti, 1979
“Quando nasci la prima cosa che fai è metterti a piangere; poi passi il resto della vita a scoprire il perché.”
Erik Tanghe
“Se alla tua vita manca qualcosa è perché non hai guardato abbastanza in alto.”
Romano Battaglia
“Nulla esiste senza scopo. Quindi la mia esistenza ha uno scopo. Quale scopo? L’ignoro. Non sono io, quindi, ad averlo indicato. È qualcuno, quindi, più sapiente di me. Bisogna pregare questo qualcuno, quindi, di illuminarmi.”
Charles Baudelaire, Il Mio Cuore Messo a Nudo, 1859/66
“La vita ha per scopo la nascita di qualcosa di nobile.”
Nicolás Gómez Dávila, Tra Poche Parole, 1977/92
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