La storia che non c’è sui libri di storia. L’Italia oscura, il lato ombra di Cavour, Mazzini, Garibaldi e dell’unificazione d’Italia che a scuola non ti insegnano e che le istituzioni non amano ricordare, raccontato attraverso documenti e memoriali ufficiali del capo dei servizi segreti di Cavour, dall’ambasciatore britannico a Torino, e di come le mafie e la camorra abbiano giocato un ruolo chiave nell’unità d’Italia, e del genocidio che ne è seguito. Un appuntamento imperdibile con uno dei più grandi giornalisti italiani viventi, Giovanni Fasanella. Perché conoscere la storia — quella vera — aiuta a non ripetere gli stessi errori.
ITALIA OSCURA, LA STORIA CHE NON C’È SUI LIBRI DI STORIA
Molti ricordano ancora target=”_blank”>la nostra ultima intervista, che risale al novembre scorso, relativa al tuo libro “Colonia Italia“. Era la storia di come i Servizi Segreti di sua Maestà la Regina avessero influito sulla storia di questo Paese, da Enrico Mattei, passando per Aldo Moro e per le Brigate Rosse. Adesso sei andato ancora più indietro, il tuo nuovo libro si chiama: “Italia Oscura” e mostra come la stessa unificazione dell’Italia, con le sue figure di riferimento, Mazzini, Garibaldi, Cavour, abbia seguito percorsi molto meno limpidi di quel che si crede.
Giovanni Giolitti scriveva, nelle sue memorie, che “non è bene aprire gli armadi del Risorgimento perché sono pieni di scheletri e si rischia di sfatare leggende che sono belle“. Si riferiva a un aspetto della nostra storia del Risorgimento che è molto imbarazzante, ed è questa la ragione per la quale è stato poco raccontato dalla storiografia. Aspetti che rivelano un’origine delle patologie, che ancora oggi colpiscono l’Italia, che hanno una radice già nel modo stesso in cui l’unità d’Italia venne realizzata. E mi riferisco alla fragilità della nostra indipendenza, cioè al condizionamento esercitato sul nostro Paese da interessi stranieri, già allora! Mi riferisco inoltre alla tendenza di usare i Servizi Segreti per scopi impropri — se possiamo dire -, al rapporto tra Servizi Segreti e la criminalità organizzata, al rapporto tra lo Stato e le mafie. In questo libro si indaga — per esempio — anche il ruolo che le mafia e la camorra ebbero in Sicilia e Campania all’epoca della spedizione dei Mille.
IL MEMORIALE DEL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI DI CAVOUR: CURLETTI.
Da dove cominciamo?
Da un documento-chiave di questo libro, che abbiamo trovato nell’archivio storico dello Stato Maggiore della Difesa. Era un memoriale che gli storici non avevano mai letto, scritto dal capo dei Servizi Segreti di Cavour (il padre del nostro Risorgimento, personaggio piuttosto spregiudicato che non disdegnava di utilizzare la polizia segreta per raggiungere i suoi scopi politici e strategici e ne fece un largo uso proprio in quella fase).
Il documento che abbiamo trovato allo Stato Maggiore della Difesa non ha la firma del capo dei Servizi Segreti di Cavour, ma nel frontespizio porta soltanto una sigla: “J.A.“. Ha un contenuto esplosivo, perché questo “J.A.” fece, per conto di Cavour, per conto del Piemonte e per la realizzazione dell’unità italiana, tutte le operazioni sporche, le operazioni di guerra non ortodossa. Partendo da quel documento abbiamo compiuto una sorta di viaggio a ritroso per capire la genesi e soprattutto per identificare il personaggio. E così abbiamo trovato il nome del capo dei poliziotti segreti di Cavour. Un certo Curletti…
Che ha fatto questo Curletti?
il resto della trascrizione sarà disponibile a breve! Intanto, guardatevi il video.
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