La Bibbia della tradizione giudaico-cristiana, più che essere ispirata (o addirittura dettata) da Dio, ha molti debiti nei confronti della cultura sumerica.
Ma nell’episodio del diluvio, analogie ed associazioni lasciano il posto a una vera e propria clonazione. Il Noè sumero, Ziusudra, in accadico Atrahasis e in babilonese Ut-Napishtim, avvisato dal dio Enki che Enlil aveva deciso di sterminare gli uomini per punizione, costruisce una nave, nella quale imbarca esemplari di tutte le specie viventi.
Ma analogie e clonazioni non si fermano alle parti più arcaiche e mitologiche della Bibbia.
Esemplare a questo proposito è il racconto, contenuto in Esodo, della nascita di Mosè. Il nome stesso del profeta ebraico fa riferimento all’estrazione dalle acque, anche se è dibattuto se si riferisca al salvataggio del neonato dalle acque del Nilo o all’aver condotto il popolo attraverso il Mar Rosso (in realtà, la palude detta Mare di giunchi, secondo le interpretazioni filologiche più accreditate, situata a nord di Suez: anche ad aver fede nel miracolo della divisione delle acque, non si spiegherebbe il motivo per cui Mosè abbia spinto il suo popolo così a sud, nel viaggio verso Canaan).
Ritornando all’esposizione di Mosè nelle acque del Nilo, per salvarlo dall’eccidio dei neonati ebrei ordinato dal faraone, e la conseguente salvezza dell’infante dovuta all’intervento della figlia del faraone, il racconto segue pari pari il mito di Sargon, fondatore dell’impero accadico, la prima civiltà monumentale semitica della storia. Sargon, figlio illegittimo di una sacerdotessa, viene da questa abbandonato nel fiume, da cui viene tratto in salvo dal pastore e contadino Akki. Il racconto di Sargon combacia persino nei particolari (la cesta impermeabilizzata col bitume) con racconti successivi (non solo Mosè, ma anche Romolo ed altri) ed è stato considerato archetipale per una serie di miti di eroi nazionali da Otto Rank, allievo e assistente di Freud, nel suo fortunato saggio d’esordio del 1909 Il mito della nascita dell’eroe.
Le ragioni di una tale quantità di coincidenze tra la Bibbia e i poemi mitologici mesopotamici sono facilmente intuibili e sono narrate nello stesso libro sacro giudaico-cristiano.
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