“La misura cautelare di oggi rappresenta un ulteriore sviluppo del descritto quadro ‘ndranghetistico-massonico che figura in provincia di Reggio Calabria. Si tratta di un livello superiore“. Questo il primo commento del procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, in merito all’inchiesta, denominata “Mammasantissima”, che ha portato alla scoperta di una “struttura segreta di vertice della ‘ndrangheta“. Il senatore Antonio Caridi, di Forza Italia, è una delle cinque persone coinvolte nell’operazione che ha portato alla scoperta della struttura segreta di vertice della ‘ndrangheta. L’ordinanza è stata inviata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato. Arrestati l’ex deputato del Psdi Paolo Romeo, già in carcere dal 9 maggio scorso, l’ex consigliere regionale e sottosegretario della Giunta regionale di centrodestra Alberto Sarra, l’avv. Giorgio De Stefano e Francesco Chirico.
È stata quindi individuata dai carabinieri quella che viene definita la “struttura segreta di vertice della ‘ndrangheta in grado di dettare le linee strategiche” di tutta l’organizzazione e di “interagire sistematicamente e riservatamente con gli ambienti politici, istituzionali ed imprenditoriali”: cinque gli arresti, eseguiti dai carabinieri del Ros e da quelli di Reggio Calabria. La struttura segreta della ‘Ndrangheta scoperta dai carabinieri del Ros avrebbe avuto un “ruolo determinante”, dicono gli investigatori, nel condizionamento di alcuni “appuntamenti elettorali in ambito comunale, provinciale, regionale”, nonché “nell’individuazione di propri affiliati da proiettare nel parlamento nazionale”. L’ordinanza di custodia cautelare, eseguita stamani dai carabinieri, è stata emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria: i cinque destinatari del provvedimento sono tutti accusati di associazione mafiosa. L’indagine del Ros ha dunque scoperto la “struttura segreta di vertice” della ‘Ndrangheta che dava le direttive a tutta l’organizzazione e teneva contatti di “alto livello”, nei vari ambienti, “al fine di infiltrarli ed asservirli – affermano gli investigatori – ai propri interessi criminali”. I dettagli dell’operazione – anche con riferimento agli appuntamenti elettorali che sarebbero stati condizionati dalla ‘cupola’ – saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 10.30 presso il comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria.
Caridi, 47 anni, reggino, è stato eletto nel 2013 e appartiene ad una famiglia già attiva nella vita politica locale: il padre fu vicesindaco di Reggio Calabria nelle fila della Democrazia Cristiana. La sua carriera politica iniziò nel 1997 con l’elezione alla carica di consigliere comunale per l’Unione di Centro, risultando primo degli eletti nella lista. Cinque anni dopo, nel 2002, fu nominato assessore comunale, incarico confermato nel 2010 sempre tra le file dell’Unione di Centro. Nel 2010 iniziò la scalata con l’elezione a consigliere regionale del Popolo delle Libertà, anche in questo caso risultando il primo degli eletti nella provincia di Reggio Calabria con oltre 11.000 preferenze. Un risultato che gli valse la nomina ad assessore alle Attività produttive nella Giunta di centrodestra guidata da Giuseppe Scopelliti. Nel 2013 fu eletto senatore per il Popolo della Libertà, diventando membro della Commissione Industria, commercio, turismo e della Commissione parlamentare per le questioni regionali. Il suo nome suscitò polemiche quando il capogruppo al Senato del Popolo delle libertà, Renato Schifani, lo propose quale componente della Commissione parlamentare antimafia. Lasciato il Popolo delle libertà, passò nel gruppo del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, quindi dal 2014 aderisce al gruppo Grandi autonomie e libertà. “Un autentico svezzamento politico – ha aggiunto De Raho – posto in essere dal direttorio della cupola per infiltrare la politica, soprattutto le istituzioni, favorendo le elezioni nei vari consessi di persone, che una volta elette, continuavano ad essere monitorate ai fini del loro effettivo apporto per il raggiungimento degli interessi economici e di potere che il gruppo occulto aveva progettato”.
“L’operazione ‘Mammasantissima‘ – ha detto ancora De Raho – offre un quadro definito, riversato in oltre 2.000 pagine di ordinanza, di numerosi indizi emersi in precedenti operazioni come Meta, Infinito, Olimpia, Gambling, Bellu Lavuru, da cui sono estratti elementi sino a costruire un unicum indiziario che ha superato il vaglio del giudice delle indagini preliminari. Il gruppo occulto aveva potere con gli altri ‘ndranghetisti che costituiscono il comando della struttura definita ‘provincia’ di dare ordini e direttive a tutti i locali di ‘ndrangheta costituiti in Calabria, in Italia, in Europa, in Oceania e nelle Americhe”. Alcune delle frasi intercettate dai carabinieri del Ros, insieme ad alcuni riferimenti a livello “visibile” e a quello “invisibile”, sostenevano che “La ‘ndrangheta non esiste più“, ora “fa parte della massoneria“. In un’altra intercettazione si fa riferimento al fatto che gli inquirenti, quanto a conoscenze, “sono arrivati fino ad un certo punto, in effetti sapevano dell’Australia, dell’America. C’è un’altra cosa ancora che non la sanno nemmeno loro… Qui a Reggio contano i segreti. Giorgio De Stefano gliela ha calata la questione, sei-sette erano in totale”. I carabinieri del Ros e quelli del Reparto operativo di Reggio Calabria stanno eseguendo una trentina di perquisizioni nell’ambito dell’operazione Mammasantissima che ha portato alla scoperta della struttura di vertice segreta della ‘ndrangheta. Le perquisizioni si stanno svolgendo anche a casa e nell’ufficio dell’ex presidente della Giunta regionale di centrodestra Giuseppe Scopelliti.
from Byoblu.com ift.tt/2auYGjJ