Il racconto della quarta veggente, Carolina Carreira.
Una testimonianza fondamentale, ma occultata.
Il sole danza davanti a 70.000 persone.
13 Maggio 1917. La località portoghese di Cova da Iria, una valletta a ridosso di Fatima, divenne teatro di una serie di apparizioni miracolose i cui protagonisti furono tre pastorelli, Lucia dos Santos e i cuginetti Francesco e Jacinta Marto, divenuti poi noti come “i veggenti di Fatima”.
La prima volta, stando a quanto dichiarò all’epoca Lucia, un riflesso di luce anticipò la comparsa della Vergine. Manifestazioni, a cui fu testimone anche il Vicario generale di Leira, che dichiarò: “Alzo lo sguardo e con grande sorpresa vedo distintamente un globo luminoso che si muove verso occidente, spostandosi lento e maestoso attraverso lo spazio… Di repente, però, ecco il globo con la sua luce straordinaria scomparire ai nostri occhi. Accanto a noi stava una bambina… (Lucia dos Santos) che piena di gioia gridava: “La vedo! La vedo ancora! Adesso scende giù!”. “Passati alcuni minuti – continua il Vicario – la bambina continua di nuovo a gridare: “Eccola! Sale un’altra volta!”. E continuò gridando e seguendo il globo con lo sguardo, finché scomparve nella direzione del sole… Cosa pensi tu di quel globo? – domandò il Vicario – “Era la Madonna” rispose senza esitare… I pastorelli in una celeste visione avevano contemplato la Madre di Dio in persona; a noi era stato concesso di vedere il veicolo che l’aveva trasportata dal cielo all’inospitale Serra d’Aire”. Una considerazione, quest’ultima, che non restò isolata, giacché, come riportato dal libro “Le Meraviglie di Fatima” del Da Fonseca, numerosi testimoni ritennero che il globo fosse un aeroplano di luce venuto a portare la Madonna all’appuntamento con i pastorelli, per poi ricondurla in Paradiso.
LE MANIFESTAZIONI FISICHE
Il 13 Ottobre, davanti a 60-70.000 persone, fra le quali autorità ecclesiastiche e giornalisti, si sarebbe verificato il “miracolo” preannunciato dalla Signora di luce il mese precedente. La moltitudine, completamente bagnata dalla pioggia incessante, rivolgeva lo sguardo verso il punto dove i tre pastorelli erano in attesa.
A mezzogiorno, Lucia chiede alla gente di chiudere gli ombrelli e invita tutti a guardare il “sole” che, apparso in un improvviso squarcio fra le nuvole, inizia a evoluire nel cielo. L’astro si trasforma in una ruota di fuoco che invia raggi multicolori in ogni direzione, per poi discendere a zig-zag a pochi metri dalla folla atterrita, si ferma per alcuni istanti, si innalza con un movimento spiraliforme verso il cielo per poi arrestarsi e riprendere la sua attività. In pochi istanti, fra lo stupore generale, i vestiti degli astanti e perfino il terreno, sino ad allora zuppi d’acqua, si asciugano inspiegabilmente. Ecco, come e perché si parlò del “miracolo del sole” quel giorno nella Cova da Iria. Eppure, il direttore dell’osservatorio di Lisbona dichiarò alla stampa che “nessuna perturbazione cosmica era stata segnalata”. Cosa accadde realmente? Chi, o che cosa, si manifestò? Sono trascorsi più di 80 anni e la Chiesa non si è espressa chiaramente e definitivamente su questi aspetti della vicenda.
CONNESSIONE EXTRATERRESTRE?
Nel 1982, i due ricercatori diedero alle stampe il libro “Intervenção Extraterrestre em Fátima – As aparições e o fenómeno OVNI” (Intervento Extraterrestre a Fatima – le apparizioni e il fenomeno UFO), ripubblicato dalla Editorial Estampa di Lisbona nel ’95, in versione aggiornata, con il titolo di “Le apparizioni di Fatima ed il fenomeno UFO”. L’assunto del lavoro pone sotto una prospettiva diversa, con implicazioni extraterrestri, la fenomenologia in questione.
CAROLINA E LUCIA
Il racconto della bambina, in particolar modo nella descrizione dell’entità incontrata, coincide minuziosamente con una delle primissime descrizioni della Signora luminosa fornite da Lucia, ma che non vennero inserite nell’incartamento dell’inchiesta ufficiale dell’epoca. Vediamo le due versioni, della Carreira e di Lucia, a confronto. La Carreira descrive “un contatto di tipo telepatico con un essere biondo e di piccola statura che instillò nella sua testa un ordine ossessivo così descritto: ‘Vieni qui e recita tre Ave Maria. Vieni qui e recita tre Ave Maria…”.
Il collegamento con quanto raccontato da Lucia emerge da un’intervista rilasciata dalla bambina al giornale parrocchiale locale: Lucia parlò di una “signora molto luminosa, alta circa un metro e dieci centimetri, dall’apparente età di 12 o 15 anni, che indossava un abito molto aderente: una gonna stretta, una giacca ed un mantello, tutti decorati da cordoni dorati cuciti sopra. Sul capo portava qualcosa che le nascondeva i capelli e le orecchie, gli occhi erano neri, aveva, inoltre, dei cerchietti ai lati del collo. Veniva dall’alto e svaniva gradualmente nella direzione opposta, non eseguiva movimenti facciali e non muoveva le labbra ma solo le mani di tanto in tanto. Aveva una sfera luminosa nella mano sinistra tenuta all’altezza della vita e voltava le spalle ai testimoni quando se n’andava”.
STUDIO DEI DOCUMENTI E TEST DI LABORATORIO
Immagine: Ricostruzione della “Strada di luce” fornita da Carolina Carreira
Fernandes e la d’Armada hanno ricostruito gli spostamenti della Signora luminosa (le cui sembianze apparentemente non corrispondono all’iconografia mariana) fino al luogo degli incontri con i pastorelli. L’entità si muoveva all’interno di un fascio luminoso tronco-conico che, allungandosi e ritraendosi, proveniva da una “nube” che, a differenza delle altre, procedeva controvento. Un testimone diretto, Gilberto dos Santos, disse di aver scorto due volte un fascio di luce che, dall’alto, arrivava fino all’ulivo delle apparizioni e che egli denominò “strada di luce”. Ebbene, chiunque sia addentro alla moderna ufologia, riconosce in queste parole gli elementi di un classico avvistamento UFO.
Torniamo al fenomeno della “rotazione del disco solare”, avvenuto il 13 Ottobre 1917. Gli autori dell’inchiesta hanno determinato i parametri della distanza fra lo spettacolare movimento del presunto sole rispetto alla posizione dei testimoni, che si trovavano tutti all’interno di una fascia di terreno, larga circa 70 metri e orientata in direzione sud-nord, che attraversava l’area della Cova da Iria. Stando alle testimonianze, gli effetti che il movimento di questo “oggetto luminoso” (che mimava il sole) provocò nel suo avvicinamento sulla folla furono i seguenti:
1) un improvviso ed intenso calore.
2) l’asciugarsi istantaneo degli indumenti e del terreno inzuppati dal precedente temporale.
3) effetti fisiologici o “guarigioni miracolose”.
Le dimensioni dell’oggetto furono stimate in circa 25 metri in lunghezza, mentre la sua distanza da terra era pressappoco quella della cima di un albero di pino.
Dunque gli effetti fisici e le testimonianze delineano uno scenario che consente di stabilire la sorgente del fenomeno, ovviamente esterna ai testimoni. Ciò demolisce sia l’ipotesi di un’allucinazione collettiva, sia quella di proiezioni di immagini mentali caratteristiche degli stati ipnotici o consimili. Nulla del genere sembra avvenne quel giorno a Fatima.
Un altro elemento non sottovalutabile riguarda gli aspetti cromatici del fenomeno solare in questione, associabile alle caratteristiche riscontrate nei moderni avvistamenti UFO.
Si considerino, in proposito, gli esperimenti di laboratorio condotti dell’astrofisico Jean-Pierre Petit del CNRS francese e da Maurice Viton sull’MHD (magnetoidrodinamica). A Fatima il cromatismo del sole era cambiato in funzione del fattore di accelerazione del fenomeno. Dal canto suo, il francese Aimè Michel ha spiegato il fenomeno come un fascio di gas in movimento, generati dall’energia scaturita da un oggetto (o fonte ignota) fisico, reale, sulla Cova da Iria.
Una ulteriore spiegazione, molto affascinante, consiste nella possibilità che delle microonde abbiano potuto servire da veicolo di comunicazione tra l’entità e i pastorelli.
Testimoni che si trovavano assai vicino alle “apparizioni” avvertirono “ronzii d’api”, ogni volta che i veggenti ricevevano un messaggio dalla “Signora” che, come, accennato, non muoveva le labbra. Si tratta di un effetto sonoro registrato in alcuni incontri ravvicinati, ed altresì rilevato nei campioni prelevati dal biofisico americano W. Levengood nelle aree all’interno dei “crop circles”.
MICROONDE E LOCUS COERULEUS
Gli studi di Mc Campbell, sviluppati dai laboratori dell’Istituto canadese per l’Ingegneria Elettrica ed Elettronica e dai laboratori di Tolosa del Dipartimento di Studio e Investigazione di Microonde-DERMO, collegato al CNES, avvalorerebbero l’ipotesi del “ronzio” da microonde avvertito a Fatima. In presenza di un UFO sono stati verificati sperimentalmente aspetti fisici secondari generati da microonde, sull’ambiente, sugli esseri umani e sugli animali. Può darsi che il “suono” delle microonde ci aiuti a capire scientificamente il “sistema di comunicazione” in quegli incontri ravvicinati caratterizzati, come a Fatima, dalla trasmissione di messaggi. Vediamo come.
Gli esperimenti consistono in brevi impulsi di microonde trasmessi mediante un’antenna conica al cervello umano. I soggetti percepiscono vari suoni, sotto forma di “ronzii” o “piccoli scoppi” quando la gamma delle microonde è compresa tra 200 e 3000 MHz con un potenziale tra 0,4 e 2mw/cm2 , con un massimo di 300mw/cm2.
Poste frequenze modulate fra i 200 e i 400 Hz, i suoni vengono percepiti come scaturenti dall’interno del cranio del soggetto. Si ricordi che a Fatima la quarta testimone, Carolina Carreira, sentì le “parole dell’angelo” all’interno del suo cervello.
C’è di più.
Sembra che, oltre ai tre pastorelli, molti altri testimoni avvertirono i ronzii mentre la Signora si rivolgeva a Lucia. Purtroppo tale particolare non è mai stato verificato, in quanto Fernandes e la d’Armada non hanno ricevuto dalle autorità religiose il consenso per interrogare la sola testimone ancora in vita, Lucia. Il “ronzio” interessava una zona delimitata intorno ai tre bambini e proveniva da una sorgente esterna: in ciò è da ritenere parte integrante del sistema di comunicazione tra la Signora ed i bambini.
Fernandes inquadra, in tutto questo contesto, anche l’analisi semantica del discorso dei “contattati”, religiosi e non, a Fatima innanzitutto. Gli fa eco, sulle possibili alterazioni dei messaggi e/o contenuti, inerenti apparizioni UFO o mariane, il dott. Claude Rifat che, sulla rivista transalpina “UFO Phènomène”, ha evidenziato la funzione del locus coeruleus, rilevante centro nervoso, presente nel cervello dei mammiferi, preposto tra l’altro all’attività onirica. Per Rifat è possibile che radiazioni o fonti energetiche legate agli UFO interagiscano con le funzioni cerebrali grazie alla propagazione di microonde. Pertanto, l’alterazione o l’adattamento dei messaggi prodotti dal subconscio del testimone (in base al proprio livello culturale, credo religioso ecc.) sarebbero effetto di un’interferenza esterna con tale regione cerebrale.
LA QUARTA VEGGENTE
Padre Don Luciano Guerra, già parroco del santuario di Fatima, nel suo libro “Messaggio di Fatima” nel paragrafo intitolato “1917: apparizione di un angelo a una certa Carolina di 12 anni e ad una piccola di Espite” scrive:
“Ora, Lucia non ha mai fatto riferimento al dialogo con l’Uraniana – una delle prime definizioni con cui la veggente indicò la ‘signora’, termine che deriva da Uranos (divinità greca che personificava il cielo) – in quanto essa stessa le aveva affermato di venire dal cielo”.
Seguiamo la pista di Fernandes.
L’angelo era basso, molto bello, con i capelli biondi, volto che Carolina vide, dopo, sopra l’ulivo”. In realtà – spiega Fernandes – la documentazione ufficiale di Fatima ci introduce alla visita di altri esseri alla Cova da Iria, oltre alla Beata Vergine Maria, e ci parla di più veggenti oltre ai tre già conosciuti.
Il testo viene qui riportato integralmente, eccetto le ripetizioni inutili.
“UNA VOCE DENTRO DI ME”
“Io abitavo lontano – dichiarò Carolina a Fernandes – stavo andando a controllare un gregge al posto del padrone, che aveva chiesto a mia madre il permesso di lasciarmi andare a casa sua finché avesse trovato un guardiano per le pecore. Mia madre mi lasciò andare. Quell’uomo aveva una cameriera che veniva dalle parti di Coimbra. Una ragazzetta che giunse da noi per imparare a fare le pulizie. Un giorno ci sedemmo a controllare il gregge, molto tranquillo dato il caldo. Passò un carro con delle bestie che andava a nord. Era il giorno di una fiera su a nord, da Santa Caterina in su. Dato che il gregge era calmo, le dissi “Conceicâo, andiamo su fino alla strada (le pecore erano in una valletta) per vedere se il carro va oltre la Cova da Iria”. Andammo là, l’osservammo e il carro andò verso nord. Dopo dissi: “Conceicâo, torniamo indietro adesso perché il gregge può combinare qualche guaio e il padrone è molto irascibile”. Mentre passavamo, abbiamo guardato l’olivo, circondato da un muretto che mia madre aveva costruito per proteggerlo dal vento e abbiamo visto una “bambina” di circa 8, 10 o forse 12 anni che entrava nel piccolo recinto di pietre e camminava avanti e indietro: aveva un vestito bianco, i capelli biondi lunghi fino alle spalle. Io sentivo dentro di me una voce che mi ripeteva continuamente: “Vai lì e dì tre Ave Maria.” Così dissi a Conceicâo “Tu non senti niente? Non senti una voce dentro di te?”- “No, non sento nulla”. Poi siamo tornate al gregge e abbiamo visto che non si era spostato e che era ancora tranquillo, così ho detto a Conceicâo: “Torniamo a vedere se la gente vede la stessa cosa”. Ma quando siamo tornate nello stesso punto dove avevamo visto la “bambina” vedemmo un’immagine sopra l’olivo. Non so se era la stessa cosa che avevamo visto prima ma quando lo hanno chiesto a Lucia e lei lo ha chiesto alla Madonna, la Madonna rispose che non era stata Lei ad apparirmi ma un angelo. Anche l’immagine continuava a ripetermi di dire tre Ave Maria là sotto quell’albero ma non mi ricordo se l’ho fatto… ero preoccupata per il gregge e così io e l’altra ragazza siamo tornate dalle pecore”.
L’apparizione avvenne attorno alle 9.00-10.00 del mattino.
UNA CREATURA TELEPATICA
La creatura che Carolina e l’amica videro accanto all’ulivo, luogo delle apparizioni della Madonna nel tredicesimo giorno del mese, non rappresenta una manifestazione insolita negli annali ufologici, come invece ritennero, all’epoca, i sacerdoti incaricati di registrare l’importante deposizione. Un essere alto come un bambino di dieci anni, con capelli biondi, lunghi fino alle spalle, vestito di bianco. Un bambino che ripete ordini mentali alla testimone, cercando di condurla nei pressi dell’ulivo: a qual fine? “Una voce dentro di me”, questo sentiva Carolina Carreira. Una sensazione che ritroviamo nei contatti con entità associate agli UFO. Ecco la fondamentale importanza della diversità dell’esperienza narrata, e andata quasi smarrita, della quarta veggente di Fatima.
IL MIRACOLO DEL SOLE
Io stavo guardando il luogo delle apparizioni in una serena, anche se fredda, aspettativa di qualcosa che doveva accadere, e la mia curiosità diminuiva per il lungo tempo che era passato senza che nulla attirasse la mia attenzione. Il sole, pochi istanti prima, si era fatto largo tra la spessa coltre di nuvole che lo nascondevano e ora risplendeva chiaro e intenso. Improvvisamente udii il clamore di centinaia di voci e vidi che la folla si sparpagliava ai miei piedi… voltava la schiena al luogo dove, fino a quel momento, si era concentrata la sua attesa e guardava verso il sole dall’altro lato. Anche io mi sono rivoltato verso il punto che richiamava lo sguardo di tutti e potei vedere il sole apparire come un disco chiarissimo, con i contorni nitidi, che splendeva senza offendere la vista. Non poteva essere confuso con il sole visto attraverso una nebbia (che non c’era in quel momento) perché non era né velato né attenuato.
A Fatima esso manteneva la sua luce e il suo calore e si stagliava nel cielo con i suoi nitidi contorni, come un largo tavolo da gioco. La cosa più stupefacente era il poter contemplare il disco solare, per lungo tempo, brillante di luce e calore, senza ferirsi gli occhi o danneggiare la retina. (Durante questo tempo) il disco del sole non rimase immobile: aveva un movimento vertiginoso (ma) non come lo scintillio di una stella in tutto il suo splendore perché esso girava su se stesso in folli giravolte.
Durante il fenomeno solare che ho appena descritto, avvenne anche un cambiamento di colore nell’atmosfera. Guardando verso il sole, ho notato che tutto stava diventando più scuro. Ho guardato prima gli oggetti più vicini e poi ho esteso il mio sguardo ai campi fino all’orizzonte. Vidi ogni cosa assumere il colore dell’ametista. Gli oggetti intorno a me, il cielo e l’atmosfera, erano dello stesso colore. Ogni cosa, sia vicina che lontana era cambiata, assumendo il colore di un vecchio damasco giallo. Sembrava che la gente soffrisse di itterizia e io ricordo di aver provato un senso di divertimento vedendo le persone sembrare così brutte e sgradevoli. La mia stessa mano era di tale colore. Poi, improvvisamente, si udì un clamore, un grido di angoscia prorompere da tutti. Il sole, roteando selvaggiamente, sembrò staccarsi all’improvviso dal firmamento e, rosso come sangue, avanzare minacciosamente verso la terra come per schiacciarci con il suo peso immenso e ardente.
Durante quei momenti provai una sensazione veramente terribile. Tutti i fenomeni che ho descritto furono da me osservati in uno stato d’animo calmo e sereno, senza alcun disturbo emotivo. Interpretarli e spiegarli è compito di altri. Debbo dichiarare infine che mai, prima o dopo il 13 Ottobre (1917) ho assistito a simili fenomeni atmosferici o solari”.
Il resoconto completo di José Maria de Almeida Garrett, professore alla Facoltà di Scienze di Coimbra, si trova in “Novos Documentos de Fatima” (Loyala Edizioni, San Paulo, 1984).
PIO XII E LA “DANZA DEL SOLE”
E il Sommo Pontefice mi raccontava tutto questo emozionato e scosso come mai l’avevo visto…
Ora, in che giorno e sotto che forma si produsse questo fenomeno, del tutto prodigioso, davanti agli occhi del Papa? ‘Era il 30 Ottobre 1950 – mi narrò – l’antivigilia del giorno che l’intero mondo cattolico attendeva con impazienza, quello della solenne definizione dell’Assunzione in Cielo della Santissima Vergine Maria. Verso le quattro del pomeriggio, stavo facendo la mia abituale passeggiata nei giardini del Vaticano, leggendo e studiando, come mio solito, alcune carte d’ufficio. Dalla spianata della Madonna di Lourdes, salii verso la sommità della collina, passando per il viale di destra, che costeggia il muro di cinta.
Ad un certo punto, come alzai gli occhi dai fogli che avevo in mano, fui colpito da un fenomeno che appariva come un globo opaco, giallo pallido, completamente attorniato da un cerchio luminoso, che tuttavia non impediva affatto di fissare l’astro con attenzione, senza provocare il minimo fastidio. Una nuvoletta, leggerissima, vi si trovava davanti come un diaframma. Il globo opaco si muoveva verso l’esterno, leggermente, ruotando e contemporaneamente spostandosi da destra verso sinistra e viceversa. Ma, all’interno del globo, v’erano, chiarissimi ed ininterrotti, dei moti molto forti.
Lo stesso fenomeno si ripeté il giorno dopo, 31 ottobre e il 1° novembre, giorno della definizione; poi l’otto novembre, ottava di questa solennità. Poi, più nulla. Molte volte ho cercato, in altri giorni, alla stessa ora e con simili condizioni atmosferiche, di osservare il sole per vedere se il fenomeno si sarebbe riprodotto, ma invano. Non ho più potuto fissare il sole, nemmeno per un istante, perché la vista immediatamente era abbagliata. Questa è, in parole semplici e concise, la pura verità”.
UNA VISIONE DOCUMENTATA
Fra la visione di Pio XII e la “Danza del Sole” di Fatima le analogie sono sorprendenti. Come a Fatima, nessun osservatorio astronomico italiano registrò un simile fenomeno solare, cui venne dato ampio risalto dagli organi d’informazione, tant’è che il diffusissimo la “Domenica del Corriere” del 28 Ottobre 1951, nella copertina illustrata da Walter Molino, pubblicò una immagine che ritraeva il Pontefice stupito ad osservare il fenomeno.
La stessa sera, alle 21,10, un globo luminoso, da Castelgandolfo sorvolò Roma, soffermandosi per pochi secondi, sul Vaticano. Centinaia di persone videro questo globo, e fortunatamente, anch’io, quella sera vidi saettare con luce brillante azzurra detto globo, trovandomi a passeggio a Piazza Farnese con mia moglie”. “… “un omaggio” alla salma del Capo della Cristianità?… Non lo escluderei affatto” – aggiunse Perego. Affermazione, quella del Console italiano, alquanto singolare. Del resto, il 3 Ottobre, solo pochi giorni prima della morte, il Papa durante un’udienza concessa a un gruppo di pellegrini americani aveva dichiarato: “Vedono il volto di Dio più da vicino Esseri che da sempre proteggono l’Umanità”.
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