La vera prigione dell’essere

Siamo così preoccupati da ciò che idealmente vorremmo essere che non vediamo cosa siamo realmente adesso, nel momento attuale. 

Non siamo quel che crediamo di essere. Accecati dall’immaginazione, ci sopravvalutiamo e mentiamo a noi stessi.

Mentiamo continuamente a noi stessi, in ogni momento, tutto il giorno, per tutta la vita. Le cose che facciamo non le scegliamo perché ci piace farle, ma per l’esigenza di affermare e assicurare attraverso di esse il nostro io immaginario.

Non esiste pensiero o sentimento che non sia motivato da questa esigenza: è tuttavia un meccanismo così sottile che non ce ne accorgiamo. Se potessimo fermarci interiormente e osservare senza preconcetti, accettando per un momento quest’idea della menzogna, allora forse ci accorgeremmo che non siamo ciò che crediamo di essere.

Per sapere “ciò che è” devo liberarmi di tutte le mie proiezioni immaginarie. Cerco di emergere da questo mondo di illusioni che mi nasconde la realtà, di non farmene influenzare. Sono consapevole di una realtà che non riesco a possedere.

Si tratta di me stessa, di ciò che sono nel profondo dell’essere…

C’è in me un’energia essenziale che è la base 
di tutto ciò che esiste 

Non la sento, perché la mia attenzione è occupata da tutto ciò che è contenuto nella memoria: pensieri, immagini, desideri, delusioni, impressioni fisiche. “Io” non sono qui.

Per desiderare di essere presente, devo vedere che sono addormentata. Sono rinchiusa in un cerchio di interessi meschini e avidità in cui il mio “io” si perde. E rimarrà perso finché non si relazionerà con qualcosa di più alto. È tutto in relazione a questo. Toccare la mia essenza.

Il contenitore dell’energia è temporaneo, l’energia è permanente. Dietro tutte le vicissitudini della vita, dietro le preoccupazioni, le tristezze e le gioie, c’è qualcosa di più grande, qualcosa che riesco a sentire e che mi dà significato. Sento di esistere in relazione a questa grandezza. E fuori di me, ma anche dentro di me. La realtà è qui, solo che non le presto attenzione. Vivo voltando le spalle a me stessa.

Devo capire che se non sono presente, servo solo il mio sé ordinario e vado verso la distruzione di ciò che realmente sono. Perciò l’unica realtà per me, oggi, è il mio sforzo di essere presente a me stessa. Nient’altro è reale.

Tutto è distorto dal velo della mente che mi impedisce di essere in contatto con la natura delle cose. Devo prima di tutto andare verso la mia propria natura, risvegliarmi alla coscienza dell’io e prestare attenzione solo a questo.

Quando mi apro completamente alla mia Presenza, quando “io sono”, entro in un mondo diverso, in cui tempo e spazio non esistono. Sono uno, un tutto.
I pensieri cessano e la ragione scompare. Sento l’io.
Comincio a capire che il mondo in cui vivo è un mondo di finzioni. Non è reale.

La visione che ho di me non è la visione della mia vera realtà. Vedo me stessa attraverso il pensiero, persa nell’immaginazione di me. Nel vedere l’ego e l’io reale mi libero. La fede è la certezza vissuta di aver oltrepassato i limiti dell’io ordinario.”

(Jeanne de Salzmann – La Realtà dell’Essere)

from La Crepa nel muro ift.tt/2ehwja3

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