Il dato autobiografico si scompone negli otto brani presenti come in un caleidoscopio di voci affidate a singoli personaggi, ragazzini che osservano il mondo adulto, barboni che al margine della società intuiscono lampi di universalità, persone che si perdono nei loro pensieri pensando al futuro più o meno prossimo mentre percorrono le autostrade in un’estate ormai agli sgoccioli; fughe reali o immaginarie dall’immobilità presente del divano di casa; chi fa i conti con un amore finito, chi con un’improvvisa ‘stabilità’ dopo una vita passata a viaggiare, chi si trova fuori posto e chi del trovarsi a posto ‘per forza’, ha fatto una scelta di vita. Personaggi fotografati in momenti particolari o nella quotidianità, accomunati dal fare i conti con ciò che è guardano a ciò guardando a prospettive future più o meno immediate.
Un saldo ancoraggio al filone cantautoriale italiano senza tuttavia ricordare esplicitamente nessun nome in particolare, suoni ascrivibili e a un pop di classe, colorato di venature new wave, vaghe allusioni reggae, spezie elettriche che danno movimento e dinamismo al tutto (Flash del resto non è decisamente un ‘sedentario’ da ritmi troppo rilassanti).
Un secondo lavoro convincente per un cantautore che desta interesse; da seguire.
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