Senza soffermarsi qui sulla autenticità o meno delle “Sacre Scritture”e tralasciando le varie traduzioni, manipolazioni e interpretazioni alle quali sono state sottoposte, la lettura di questa analisi basata su questi scritti, a proposito dei profetici “tre giorni di buio”, risulta interessante.
Per conoscenza!
Catherine
Sebbene io abbia già ampiamente affrontato il tema sui “Tre giorni di buio” (QUI), pubblico questo articolo perché ritengo possa essere utile a tutti coloro che, fermamente arroccati sul loro intransigente punto di vista religioso, ne mettono in discussione la veridicità profetica.
Puntualizzazione sui Tre giorni di Oscurità
In tempi recenti alcuni siti web di ispirazione cattolica, assieme ad un certo numero di esponenti della Chiesa, hanno espresso il proprio scetticismo nei confronti di una delle profezie più misteriose ed “oscure” (l’aggettivo meglio appropriato) della mistica cristiana: i Tre giorni di buio.
Questa diffidenza è in gran parte guidata dalla scoperta della falsità di alcune presunte rivelazioni spacciate per “messaggi di Padre Pio”, che negli ultimi anni avevano conosciuto una certa risonanza nella rete.
Volendo trascendere l’accesa discussione tra fazioni contrapposte – i detrattori e i promotori – tenteremo di analizzare la questione nel profondo, ed arrivare ad una conclusione basata sulle Sacre Scritture e sugli scritti dei santi…
“Quando l’Agnello aprì il sesto sigillo (…) il sole divenne nero come sacco di crine.”
“Καὶ εἶδον ὅτε ἤνοιξε τὴν σφραγῖδα τὴν ἕκτην (…) καὶ ὁ ἥλιος μέλας ἐγένετο ὡς σάκκος τρίχινος.”
Il passo dell’Apocalisse sopracitato (6:12) è tradotto fedelmente dal testo originale, in cui si fa esplicito riferimento ad un sole di colore nero, come oscurato o non più attivo – μέλας – “nero”.
“Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò: il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente.”
“Καὶ ὁ τέταρτος ἄγγελος ἐσάλπισε, καὶ ἐπλήγη τὸ τρίτον τοῦ ἡλίου καὶ τὸ τρίτον τῆς σελήνης καὶ τὸ τρίτον τῶν ἀστέρων, ἵνα σκοτισθῇ τὸ τρίτον αὐτῶν, καὶ τὸ τρίτον αὐτῆς μὴ φανῇ ἡ ἡμέρα, καὶ ἡ νὺξ ὁμοίως.”
La descrizione è in gran parte vaga, si parla di una perdita di luminosità generale del firmamento senza specificare la durata di tale evento, tuttavia rimane un indizio fondamentale.
Questo secondo passo è tradotto fedelmente dal testo originale, perciò, pure in questo caso, possiamo esser sicuri che l’estratto non si presti ad interpretazioni diverse o arbitrarie.
Il verbo σκοτίζω (nel testo σκοτισθῇ) significa generalmente “oscurare”, ma può anche essere inteso come “assenza della Luce di Dio”: un tipo di oscurità, quella dell’assenza di Dio, mai provata sulla Terra che, di conseguenza, produce mancanza di luce.
Gli astri si oscurano poiché sulla terra manca Dio, potremmo sintetizzare: in alcune profezie si parla, a questo riguardo, di un momento in cui il Creatore si “ritirerà” dal mondo, che fino a quell’istante aveva sostenuto malgrado l’infedeltà dello stesso.
Ovviamente l’Apocalisse non è l’unico testo biblico in cui si trovano degli elementi riconducibili ai famigerati “Tre giorni di buio”.
E proprio rileggendo l’Esodo (10:21-22), troviamo un passaggio dichiaratamente esplicito:
Allora il Signore disse a Mosè: «Stendi la tua mano verso il cielo e vi siano tenebre nel paese d’Egitto, così fitte da potersi toccare. Mosè stese la sua mano verso il cielo e per tre giorni ci fu una fitta oscurità in tutto l’Egitto.»
Esattamente come accade per il sesto sigillo (il penultimo) citato in precedenza,anche nella nona piaga d’Egitto (la penultima) la luce lascia spazio alle tenebre, preannunciando l’ultimo e devastante castigo.
In generale, considerati i numerosi paralleli (cavallette, massicce morie di animali, ulcere), potremmo affermare che i supplizi riservati all’Egitto 3500 anni fa saranno riprodotti su scala mondiale negli ultimi tempi, seppur con le relative modifiche volute dalla Volontà Divina.
Il profeta Gioele ben 600 anni prima della visione dell’Apostolo Giovanni scriveva che “Il sole sarà mutato in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno dell’Eterno” (2:31).
Lo stesso scrissero i profeti Amos (8:9) e Sofonia (1:14-15) rispettivamente 800 e 700 anni prima che fosse composta l’Apocalisse.
Interessante notare che il concetto di oscurità nei tempi antichi era proprio dello Sheol (שְׁאוֹל), l’oltretomba israelita, dunque strettamente legato alla sfera della morte.
Qualcuno di recente ha dichiarato: «L’origine di questa profezia è dubbia, attribuita ad alcuni santi e beati e a tantissimi mistici e veggenti non affidabili; nel senso che nessuno della Chiesa ha mai riconosciuto in loro i doni provenienti dallo Spirito Santo».
Ci sembra un’affermazione azzardata, considerato il corposo quantitativo di cui si dispone sull’argomento.
Uno tra gli esempi che citeremo è quello di San Gaspare del Bufalo (1786–1837), fondatore della congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue e canonizzato da Pio XII nel 1954. In uno dei suoi componimenti, a seguito di una visione scrisse:
«La morte degli impenitenti persecutori della Chiesa avverrà durante i Tre giorni di buio. Colui che sopravviverà alla tenebra e al pianto, apparirà a sé stesso come l’unico superstite della Terra, perché di fatto il mondo sarà coperto di cadaveri.»
La visione è confermata anche dalla Venerabile Elena Aiello (1895 – 1961) e dalla Santa Maria di Gesù Crocifisso (1846 – 1878), entrambe riconosciute dalla Chiesa.
Santa Faustina Kowalska (1905 – 1938) ricevette una rivelazione da parte di Gesù esattamente in linea con quanto espresso sino ad ora:
«Prima che giunga il giorno della giustizia, sarà dato agli uomini questo segno: si spegnerà ogni luce in cielo e ci sarà una grande oscurità su tutta la Terra.»
Tuttavia la più dettagliata descrizione di tale avvenimento è data dalla Beata Anna Maria Taigi (1769 – 1837), confermata persino dalla Beata Elisabetta Canori Mora (1774 – 1825):
«Verrà sopra la Terra un’oscurità immensa che durerà tre giorni e tre notti. Nulla sarà visibile e l’aria sarà nociva e pestilenziale e recherà danno, sebbene non soltanto ai nemici della Religione.
Nell’arco di questo tempo, la luce artificiale sarà impossibile; arderanno soltanto le candele benedette. Durante tali giorni di sgomento, i fedeli dovranno rimanere nelle loro case, recitare il Rosario e chiedere Misericordia a Dio.
Tutti i nemici della Chiesa (visibili e sconosciuti) periranno sulla Terra durante questo buio universale, eccettuati soltanto quei pochi che si convertiranno. L’aria sarà infestata da demoni che appariranno sotto ogni specie di orribili forme.»
Nel tempo molti dubbi sono sorti riguardo alle “candele benedette” che saranno utilizzabili esclusivamente nelle case dei giusti.
Questo fatto, per un attento conoscitore della Bibbia, non dovrebbe risultare come un’anomalia perché, proprio nel sopracitato capitolo sull’Esodo, è scritto che durante le tenebre in Egitto “non ci si vedeva più l’un l’altro e per tre giorni nessuno si poteva muovere da dove stava; ma tutti i figli di Israele avevano luce nelle loro abitazioni.” (Es. 10:23).
Decisamente più enigmatica – e terrificante – è la parte dedicata ai demoni.
In alcune visioni, l’aria pestilenziale e l’oscurità che si dovrebbero diffondere sulla Terra sono sovente descritte accompagnate da demoni infernali che verranno tutti prosciolti dalla loro prigione di fuoco per torturare atrocemente gli uomini.
L’evento di per sé potrebbe essere ricollegabile al passo dell’Apocalisse (9:1-4):
“Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla Terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell’Abisso; egli lo aprì, e salì da esso un fumo come quello di una grande fornace che oscurò il sole e l’atmosfera.
Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla Terra e fu dato loro un potere simile a quello degli scorpioni. E fu detto loro di non danneggiare né erba, né arbusti, né alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte.”
Notare la simbologia: l’«astro caduto dal cielo» è un chiaro riferimento a Lucifero, l’angelo caduto; le cavallette e gli scorpioni sono difatti spiriti maligni dalle differenti caratteristiche, derivanti dalla loro funzione.
Tuttavia, il passaggio non rimane ben definito e non è facilmente collegabile a quanto scritto dai santi, i quali in termini molto generali dicono che «l’aria sarà pervasa dai demoni» senza aggiungere dettagliate precisazioni.
Alla luce di quanto analizzato, valutati anche gli approfondimenti sull’etimologia greca di alcuni termini, ci sembra decisamente arduo bollare come falsità la profezia dei “Tre giorni di buio”, e ancor peggio quella riguardante l’oscurità che avvolgerà la Terra in questi tempi apocalittici, come attestano le Sacre Scritture.
Relazione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it
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