Stefano Montanari: “Non vogliono il confronto perché li terrorizza”.

Stefano Montanari
Stefano Montanaririceviamo e pubblichiamo la lettera di Stefano Montanari al blog.

di Stefano Montanari
direttore scientifico di Nanodiagnostics

Caro Claudio,

Ho ascoltato con molto interesse il tuo intervento in cui chiami in causa il prof. Burioni. È evidente che tu Burioni non lo conosci o, in alternativa, hai tanta fiducia in te stesso da presumere che lui ti degnerà di una qualunque attenzione. Su di lui mi fermo qui, anche se il personaggio meriterebbe un libro intero.

Io non so che preparazione filosofica tu abbia e mi scuso preventivamente se ti farò perdere qualche secondo scrivendoti cose che conosci, ma sappi che la Medicina non è una scienza. Non lo è, come qualunque epistemologo ti potrà spiegare certo meglio di me, perché, per esserlo, le mancano dei fondamenti tra i quali la ripetibilità. In soldoni, se il teorema di Pitagora vale incondizionatamente per tutti i triangoli rettangoli, nulla in Medicina è universale e il margine d’incertezza è talmente enorme da rendere possibile quasi tutto e quasi tutto il suo contrario. Un malinteso diffusissimo, invece, vuole che i medici siano scienziati e di questo costume di scena quelli si valgono spesso e volentieri, tanto che tu stesso usi aggettivi doppi come medico-scientifico.

Non certo la sola, ma una delle voragini culturali dei medici è la loro totale incompetenza in campo chimico, voragine che non permette loro di capire un’infinità di reazioni che avvengono nell’organismo e, in particolare, quelle relative alle interazioni reciproche tra i farmaci e dell’organismo con i farmaci. Ecco, allora, che, approfittando dell’ignoranza unita alla spocchia, chi ha interesse a farlo può dar loro ad intendere ciò che fa più comodo. Se, poi, circola un fiume di quattrini, ecco che si corre lisci e sul sicuro, almeno statisticamente. Statisticamente perché di medici colti e onesti ancora ne esistono anche se la specie è più in pericolo di quella dei panda giganti.

A corollario esiste poi l’ignoranza in campo farmacologico. Ti parrà strano, ma i medici non conoscono i farmaci e io, da laureato in farmacia, cioè nel settore specifico, ti potrei offrire esempi addirittura grotteschi della loro ignoranza.

Tu dici correttamente che i trattamenti farmacologici non si possono imporre, e questo per mille motivi, da quelli logici a quelli morali fino a quelli legali. E aggiungi che la gente deve essere convinta. Ciò che accade, di fatto, è che gli strumenti di convinzione sono basati su martellamenti mediatici pieni di stravaganze e privi di qualunque dato reale, su insulti, su censure e su violenze. Credo sia impossibile trovare una confessione più aperta: in mancanza di verità si ricorre alla coercizione, una coercizione che va dal lavaggio del cervello alla violenza vera e propria come la proibizione di lavorare ai medici che vorrebbero esercitare “in scienza e coscienza”.

In questo panorama è fin troppo ovvio che il confronto sia guardato con terrore e bandito.

Forse tu non ne sei al corrente, ma io analizzo i vaccini da 15 anni e i risultati sono sconfortanti. Confronti ne ho chiesti invano chissà quante volte. Si è fatto e si continua a fare di tutto per bloccarmi, con interventi che vanno dal nostro ministro della salute (magari mi illumini sul diritto che ha di sedere in parlamento e sulla competenza specifica in materia di salute) al presidente dell’Unione Europea, dall’Ordine dei Medici ai mezzi di cosiddetta informazione.

Quello che c’è da dire sui vaccini dalla coppietta De Lorenzo-Poggiolini ai giorni nostri con illegalità sconcertanti e con veri e propri insulti ai principi fondamentali della Medicina, principi che non sono solo etici ma pesantemente “scientifici” per usare illegittimamente un aggettivo riempirebbe volumi interi. Appena per indicarti una follia, sappi che nessuna vaccinazione viene eseguita seguendo ciò che la buona pratica medica impone. Sappi, poi, che nessun vaccino viene sperimentato anche solo in termini minimi e che non esistono controlli efficaci né sui prodotti né sulle conseguenze che il loro uso comporta.

Mi fermo qui, ma potrei scrivere qualche migliaio di pagine, e non è escluso che un giorno lo faccia.

Cordialmente,
Stefano

from Byoblu.com bit.ly/2p0rH1c

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