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Liam Neeson tra cinema storico e action movie

Liam Neeson tra cinema storico e action movie

Dopo la scorpacciata action, Liam Neeson torna a fare il cinema che conta, lo fa con Martin Scorsese e con il suo Silence, in sala dal 12 gennaio 2017.

È abbastanza consueto, per un attore, ritrovarsi prima o poi a vestire i panni di uomini di altre epoche; tuttavia, per caso o inclinazione, vi sono artisti che sembrano più adatti di altri a rivivere la ‘storia’, quella con la ‘S’ maiuscola, e quella delle persone comuni, quella raccontata rispettando accuratamente i fatti e quella più o meno romanzata.

Liam Neeson può essere inserito a buon nella categoria: recentissima per l’attore nord-irlandese la partecipazione proprio al film di Scorsese, in cui ha interpretato un padre gesuita, vittima delle persecuzioni ai danni dei cristiani nel Giappone del diciassettesimo secolo.

L’attore, nato nel 1952 a Ballymena, torna così a dare vita a un sacerdote gesuita a trent’anni di distanza dal ruolo analogo in Mission di Roland Joffé, film che contribuì alla sua affermazione sulla scena cinematografica internazionale.Silence

Liam Neeson e il cinema della storia

I film di ambientazione storica più o meno recente o marcatamente biografici hanno costellato buona parte della carriera di Neeson, almeno fino all’inizio degli anni duemila, dandogli modo di offrire le sue interpretazioni più convincenti e facendogli ottenere i maggiori consensi da parte di pubblico e critica.

Il fatto che per il suo film di esordio, Pilgrim’s Progress (1978) gli sia stato affidato il ruolo di Gesù Cristo, col senno di poi sembra una sorta di presagio di come la ‘storia’ sarebbe tornata più volte a fare capolino nella sua filmografia.

Il decennio successivo vedrà l’attore affermarsi progressivamente, proprio grazie alle partecipazioni pellicole a carattere storico: nel 1984 eccolo far parte della ciurma ammutinata de Il Bounty di Roger Donaldson, affiancando il Mel Gibson contro il capitano vessatore Anthony Hopkins e nel 1986 nel già citato The Mission, insieme a Robert De Niro e Jeremy Irons.

Gli anni ’90 di Liam Neeson

L’inclinazione di Neeson per l’interpretazione di personaggi realmente esistiti subisce un’ulteriore – e decisiva – svolta  nel 1993, quando Steven Spielberg gli affida il ruolo del protagonista nel pluri-premiato Schindler’s List: l’interpretazione dell’industriale tedesco protagonista del salvataggio di migliaia di ebrei dalle persecuzioni naziste gli vale una pioggia di nomination ai più importanti premi del cinema mondiale, a cominciare da quella per l’Oscar.

schindlers-listGli anni ’90 rappresentano l’apice della carriera di Neeson, corrispondendo coi suoi ruoli più importanti, ancora una volta in film a carattere biografico, e a questo punto sembra difficile parlare di semplici coincidenze, a cominciare da Michael Collins di Neil Jordan, epopea sulla lotta irlandese per l’indipendenza dal Regno Unito per il quale Neeson viene premiato con la Coppa Volpi per il miglior attore protagonista al Festival di Venezia del 1996.

L’anno precedente l’attore era stato protagonista di Rob Roy, altro dramma storico, stavolta ambientato nella Scozia del 1700, mentre nel 1998 eccolo nella Francia della Restaurazione, nel  ruolo di Jean Valjean nell’adattamento de I Miserabili di Victor Hugo firmato da Billie August.

Agli inizi dei 2000, Kathryn Bigelow lo vuole a fianco di Harrison Ford nell’equipaggio di K19 – The  Widowmaker, film ispirato alla vicenda realmente accaduta di un incidente potenzialmente catastrofico al primo sottomarino russo equipaggiato con armi nucleari, alla fine degli anni ’60; nello stesso anno, il 2002, Martin Scorsese lo chiama per il ruolo – per quanto di breve durata – del  leader di una gang di immigrati di origine irlandese, in Gangs of New York.

Due anni dopo è la volta di una nuova biografia in Kinsey, film dedicato al pioniere degli studi sulle abitudini sessuali nella società, americana e non solo. In seguito, è la volta di un nuovo viaggio a ritroso nel tempo ne Le Crociate di Ridley Scott.

Quest’ultimo resta, per lungo tempo, l’ultimo film a carattere storico interpretato da Neeson, che torna al filone solo oggi,  con il già citato Silence; nel frattempo sembra prendere il via nuova fase per la carriera dell’attore, il quale si concentra maggiormente su pellicole più movimentate, in cui l’azione la fa da padrone, sfruttando la sua prestanza fisica e riscoprendo le proprie doti atletiche: in gioventù  aveva tentato, senza molto successo, la strada del calcio, avviando poi la carriera di pugile, interrotta da un grave infortunio e perfezionandosi in seguito nelle arti marziali durante il servizio militare.

Un bagaglio di esperienze che è servito all’attore sia a inizio carriera, per il ruolo di Gavain in Excalibur e nel fantastico Krull, sia in seguito, in Darkman, originale film di Sam Raimi incentrato su un giustiziere mascherato e soprattutto in Star Wars: Episodio I — La Minaccia Fantasma, per la parte di Qui-Gon Jinn, che gli offre una buona popolarità presso il grande pubblico.

La svolta action di Liam Neeson

liam-neeson-batmanÈ dagli anni 2000 in poi però che Neeson abbraccia con maggiore convinzione la causa degli action movie, con ruoli come quelli di Ra’s al Ghul in due dei film della trilogia batmaniana firmata da Cristopher Nolan,di Zeus nei due mitologici dedicati ai ‘Titani’ e di Hannibal Smith nel remake della serie tv A-Team;  lottando per la sopravvivenza tra i ghiacci dell’Alaska in The Grey e correndo al salvataggio della moglie ingiustamente carcerata in The Next Three Days, diretto da Paul Haggis, per il quale tornerà sul set in Third Person; una fase della carriera che ha trovato il suo definitivo sviluppo nella trilogia di Taken.

Dopo averlo visto recentemente interpretare un killer irlandese disilluso e pieno di rimpianti in Run All Night di Jaume Collett-Serra, ora attendiamo Neeson nel fantastico A Monster Calls di Antonio Bayona e soprattutto in Silence: per l’attore di Ballymena (diretto in passato anche da La svolta action di Liam Neeson in Mariti e mogli, da  Neil Jordan e Atom Egoyan) un ritorno al cinema d’autore e soprattutto a quei film di ambientazione storica che ne hanno contraddistinto buona parte della carriera e i suoi maggiori successi.taken-3

Cinefilos – Da chi il cinema lo ama.

from Cinefilos bit.ly/2jeAJns

Liam Neeson tra cinema storico e action movie

Liam Neeson tra cinema storico e action movie

Dopo la scorpacciata action, Liam Neeson torna a fare il cinema che conta, lo fa con Martin Scorsese e con il suo Silence, in sala dal 12 gennaio 2017.

È abbastanza consueto, per un attore, ritrovarsi prima o poi a vestire i panni di uomini di altre epoche; tuttavia, per caso o inclinazione, vi sono artisti che sembrano più adatti di altri a rivivere la ‘storia’, quella con la ‘S’ maiuscola, e quella delle persone comuni, quella raccontata rispettando accuratamente i fatti e quella più o meno romanzata.

Liam Neeson può essere inserito a buon nella categoria: recentissima per l’attore nord-irlandese la partecipazione proprio al film di Scorsese, in cui ha interpretato un padre gesuita, vittima delle persecuzioni ai danni dei cristiani nel Giappone del diciassettesimo secolo.

L’attore, nato nel 1952 a Ballymena, torna così a dare vita a un sacerdote gesuita a trent’anni di distanza dal ruolo analogo in Mission di Roland Joffé, film che contribuì alla sua affermazione sulla scena cinematografica internazionale.Silence

Liam Neeson e il cinema della storia

I film di ambientazione storica più o meno recente o marcatamente biografici hanno costellato buona parte della carriera di Neeson, almeno fino all’inizio degli anni duemila, dandogli modo di offrire le sue interpretazioni più convincenti e facendogli ottenere i maggiori consensi da parte di pubblico e critica.

Il fatto che per il suo film di esordio, Pilgrim’s Progress (1978) gli sia stato affidato il ruolo di Gesù Cristo, col senno di poi sembra una sorta di presagio di come la ‘storia’ sarebbe tornata più volte a fare capolino nella sua filmografia.

Il decennio successivo vedrà l’attore affermarsi progressivamente, proprio grazie alle partecipazioni pellicole a carattere storico: nel 1984 eccolo far parte della ciurma ammutinata de Il Bounty di Roger Donaldson, affiancando il Mel Gibson contro il capitano vessatore Anthony Hopkins e nel 1986 nel già citato The Mission, insieme a Robert De Niro e Jeremy Irons.

Gli anni ’90 di Liam Neeson

L’inclinazione di Neeson per l’interpretazione di personaggi realmente esistiti subisce un’ulteriore – e decisiva – svolta  nel 1993, quando Steven Spielberg gli affida il ruolo del protagonista nel pluri-premiato Schindler’s List: l’interpretazione dell’industriale tedesco protagonista del salvataggio di migliaia di ebrei dalle persecuzioni naziste gli vale una pioggia di nomination ai più importanti premi del cinema mondiale, a cominciare da quella per l’Oscar.

schindlers-listGli anni ’90 rappresentano l’apice della carriera di Neeson, corrispondendo coi suoi ruoli più importanti, ancora una volta in film a carattere biografico, e a questo punto sembra difficile parlare di semplici coincidenze, a cominciare da Michael Collins di Neil Jordan, epopea sulla lotta irlandese per l’indipendenza dal Regno Unito per il quale Neeson viene premiato con la Coppa Volpi per il miglior attore protagonista al Festival di Venezia del 1996.

L’anno precedente l’attore era stato protagonista di Rob Roy, altro dramma storico, stavolta ambientato nella Scozia del 1700, mentre nel 1998 eccolo nella Francia della Restaurazione, nel  ruolo di Jean Valjean nell’adattamento de I Miserabili di Victor Hugo firmato da Billie August.

Agli inizi dei 2000, Kathryn Bigelow lo vuole a fianco di Harrison Ford nell’equipaggio di K19 – The  Widowmaker, film ispirato alla vicenda realmente accaduta di un incidente potenzialmente catastrofico al primo sottomarino russo equipaggiato con armi nucleari, alla fine degli anni ’60; nello stesso anno, il 2002, Martin Scorsese lo chiama per il ruolo – per quanto di breve durata – del  leader di una gang di immigrati di origine irlandese, in Gangs of New York.

Due anni dopo è la volta di una nuova biografia in Kinsey, film dedicato al pioniere degli studi sulle abitudini sessuali nella società, americana e non solo. In seguito, è la volta di un nuovo viaggio a ritroso nel tempo ne Le Crociate di Ridley Scott.

Quest’ultimo resta, per lungo tempo, l’ultimo film a carattere storico interpretato da Neeson, che torna al filone solo oggi,  con il già citato Silence; nel frattempo sembra prendere il via nuova fase per la carriera dell’attore, il quale si concentra maggiormente su pellicole più movimentate, in cui l’azione la fa da padrone, sfruttando la sua prestanza fisica e riscoprendo le proprie doti atletiche: in gioventù  aveva tentato, senza molto successo, la strada del calcio, avviando poi la carriera di pugile, interrotta da un grave infortunio e perfezionandosi in seguito nelle arti marziali durante il servizio militare.

Un bagaglio di esperienze che è servito all’attore sia a inizio carriera, per il ruolo di Gavain in Excalibur e nel fantastico Krull, sia in seguito, in Darkman, originale film di Sam Raimi incentrato su un giustiziere mascherato e soprattutto in Star Wars: Episodio I — La Minaccia Fantasma, per la parte di Qui-Gon Jinn, che gli offre una buona popolarità presso il grande pubblico.

La svolta action di Liam Neeson

liam-neeson-batmanÈ dagli anni 2000 in poi però che Neeson abbraccia con maggiore convinzione la causa degli action movie, con ruoli come quelli di Ra’s al Ghul in due dei film della trilogia batmaniana firmata da Cristopher Nolan,di Zeus nei due mitologici dedicati ai ‘Titani’ e di Hannibal Smith nel remake della serie tv A-Team;  lottando per la sopravvivenza tra i ghiacci dell’Alaska in The Grey e correndo al salvataggio della moglie ingiustamente carcerata in The Next Three Days, diretto da Paul Haggis, per il quale tornerà sul set in Third Person; una fase della carriera che ha trovato il suo definitivo sviluppo nella trilogia di Taken.

Dopo averlo visto recentemente interpretare un killer irlandese disilluso e pieno di rimpianti in Run All Night di Jaume Collett-Serra, ora attendiamo Neeson nel fantastico A Monster Calls di Antonio Bayona e soprattutto in Silence: per l’attore di Ballymena (diretto in passato anche da La svolta action di Liam Neeson in Mariti e mogli, da  Neil Jordan e Atom Egoyan) un ritorno al cinema d’autore e soprattutto a quei film di ambientazione storica che ne hanno contraddistinto buona parte della carriera e i suoi maggiori successi.taken-3

Cinefilos – Da chi il cinema lo ama.

from Cinefilos bit.ly/2jeAJns

Liam Neeson tra cinema storico e action movie

Liam Neeson tra cinema storico e action movie

Dopo la scorpacciata action, Liam Neeson torna a fare il cinema che conta, lo fa con Martin Scorsese e con il suo Silence, in sala dal 12 gennaio 2017.

È abbastanza consueto, per un attore, ritrovarsi prima o poi a vestire i panni di uomini di altre epoche; tuttavia, per caso o inclinazione, vi sono artisti che sembrano più adatti di altri a rivivere la ‘storia’, quella con la ‘S’ maiuscola, e quella delle persone comuni, quella raccontata rispettando accuratamente i fatti e quella più o meno romanzata.

Liam Neeson può essere inserito a buon nella categoria: recentissima per l’attore nord-irlandese la partecipazione proprio al film di Scorsese, in cui ha interpretato un padre gesuita, vittima delle persecuzioni ai danni dei cristiani nel Giappone del diciassettesimo secolo.

L’attore, nato nel 1952 a Ballymena, torna così a dare vita a un sacerdote gesuita a trent’anni di distanza dal ruolo analogo in Mission di Roland Joffé, film che contribuì alla sua affermazione sulla scena cinematografica internazionale.Silence

Liam Neeson e il cinema della storia

I film di ambientazione storica più o meno recente o marcatamente biografici hanno costellato buona parte della carriera di Neeson, almeno fino all’inizio degli anni duemila, dandogli modo di offrire le sue interpretazioni più convincenti e facendogli ottenere i maggiori consensi da parte di pubblico e critica.

Il fatto che per il suo film di esordio, Pilgrim’s Progress (1978) gli sia stato affidato il ruolo di Gesù Cristo, col senno di poi sembra una sorta di presagio di come la ‘storia’ sarebbe tornata più volte a fare capolino nella sua filmografia.

Il decennio successivo vedrà l’attore affermarsi progressivamente, proprio grazie alle partecipazioni pellicole a carattere storico: nel 1984 eccolo far parte della ciurma ammutinata de Il Bounty di Roger Donaldson, affiancando il Mel Gibson contro il capitano vessatore Anthony Hopkins e nel 1986 nel già citato The Mission, insieme a Robert De Niro e Jeremy Irons.

Gli anni ’90 di Liam Neeson

L’inclinazione di Neeson per l’interpretazione di personaggi realmente esistiti subisce un’ulteriore – e decisiva – svolta  nel 1993, quando Steven Spielberg gli affida il ruolo del protagonista nel pluri-premiato Schindler’s List: l’interpretazione dell’industriale tedesco protagonista del salvataggio di migliaia di ebrei dalle persecuzioni naziste gli vale una pioggia di nomination ai più importanti premi del cinema mondiale, a cominciare da quella per l’Oscar.

schindlers-listGli anni ’90 rappresentano l’apice della carriera di Neeson, corrispondendo coi suoi ruoli più importanti, ancora una volta in film a carattere biografico, e a questo punto sembra difficile parlare di semplici coincidenze, a cominciare da Michael Collins di Neil Jordan, epopea sulla lotta irlandese per l’indipendenza dal Regno Unito per il quale Neeson viene premiato con la Coppa Volpi per il miglior attore protagonista al Festival di Venezia del 1996.

L’anno precedente l’attore era stato protagonista di Rob Roy, altro dramma storico, stavolta ambientato nella Scozia del 1700, mentre nel 1998 eccolo nella Francia della Restaurazione, nel  ruolo di Jean Valjean nell’adattamento de I Miserabili di Victor Hugo firmato da Billie August.

Agli inizi dei 2000, Kathryn Bigelow lo vuole a fianco di Harrison Ford nell’equipaggio di K19 – The  Widowmaker, film ispirato alla vicenda realmente accaduta di un incidente potenzialmente catastrofico al primo sottomarino russo equipaggiato con armi nucleari, alla fine degli anni ’60; nello stesso anno, il 2002, Martin Scorsese lo chiama per il ruolo – per quanto di breve durata – del  leader di una gang di immigrati di origine irlandese, in Gangs of New York.

Due anni dopo è la volta di una nuova biografia in Kinsey, film dedicato al pioniere degli studi sulle abitudini sessuali nella società, americana e non solo. In seguito, è la volta di un nuovo viaggio a ritroso nel tempo ne Le Crociate di Ridley Scott.

Quest’ultimo resta, per lungo tempo, l’ultimo film a carattere storico interpretato da Neeson, che torna al filone solo oggi,  con il già citato Silence; nel frattempo sembra prendere il via nuova fase per la carriera dell’attore, il quale si concentra maggiormente su pellicole più movimentate, in cui l’azione la fa da padrone, sfruttando la sua prestanza fisica e riscoprendo le proprie doti atletiche: in gioventù  aveva tentato, senza molto successo, la strada del calcio, avviando poi la carriera di pugile, interrotta da un grave infortunio e perfezionandosi in seguito nelle arti marziali durante il servizio militare.

Un bagaglio di esperienze che è servito all’attore sia a inizio carriera, per il ruolo di Gavain in Excalibur e nel fantastico Krull, sia in seguito, in Darkman, originale film di Sam Raimi incentrato su un giustiziere mascherato e soprattutto in Star Wars: Episodio I — La Minaccia Fantasma, per la parte di Qui-Gon Jinn, che gli offre una buona popolarità presso il grande pubblico.

La svolta action di Liam Neeson

liam-neeson-batmanÈ dagli anni 2000 in poi però che Neeson abbraccia con maggiore convinzione la causa degli action movie, con ruoli come quelli di Ra’s al Ghul in due dei film della trilogia batmaniana firmata da Cristopher Nolan,di Zeus nei due mitologici dedicati ai ‘Titani’ e di Hannibal Smith nel remake della serie tv A-Team;  lottando per la sopravvivenza tra i ghiacci dell’Alaska in The Grey e correndo al salvataggio della moglie ingiustamente carcerata in The Next Three Days, diretto da Paul Haggis, per il quale tornerà sul set in Third Person; una fase della carriera che ha trovato il suo definitivo sviluppo nella trilogia di Taken.

Dopo averlo visto recentemente interpretare un killer irlandese disilluso e pieno di rimpianti in Run All Night di Jaume Collett-Serra, ora attendiamo Neeson nel fantastico A Monster Calls di Antonio Bayona e soprattutto in Silence: per l’attore di Ballymena (diretto in passato anche da La svolta action di Liam Neeson in Mariti e mogli, da  Neil Jordan e Atom Egoyan) un ritorno al cinema d’autore e soprattutto a quei film di ambientazione storica che ne hanno contraddistinto buona parte della carriera e i suoi maggiori successi.taken-3

Cinefilos – Da chi il cinema lo ama.

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