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Il riscaldamento globale e le principali questioni del dibattito

Un chiarimento sui concetti e le problematiche necessario per affrontare in modo scientifico la questione dell’AGW, la teoria del riscaldamento globale antropico.

“Per poter essere considerata seriamente, ogni altra spiegazione scientifica deve dimostrare, con i dati, di avere una correlazione forte (con le temperature) almeno quanto quella della CO2”

 Richard Muller 2012.

… E questo non è ancora accaduto.

Ogniqualvolta si voglia cercare di impostare un dibattito serio nei confronti di un qualsiasi problema di natura scientifica è sempre buona regola prima di tutto riuscire a contestualizzare bene i discorsi e a definire chiaramente i contorni e i confini delle questioni che si intendono affrontare. 

Quando infatti si vuole interloquire, disquisire, ragionare sul piano scientifico, non si deve mai dimenticare che ci sono sempre delle regole da seguire, come minimo, a partire dall’utilizzo appropriato del lessico e della semantica, per arrivare poi alla logica, alla coerenza, alla formalità del pensiero, alla pertinenza, senza trascurare l’aspetto fondamentale legato allo stato generale di conoscenza-ignoranza nei confronti dei contenuti. Se una qualsiasi valutazione non risponde a questi requisiti, in genere serve a ben poco. 
Che poi il riscaldamento globale rappresenti allo stesso tempo anche una questione sociale, economica e politica, questo non va a modificare di molto l’etimologia del discorso…
D’altra parte, l’anacronistico e deleterio scadimento culturale scientifico che purtroppo caratterizza ancora la nostra società e la rende vulnerabile, induce molte persone a prendere coscienza e conoscenza di argomenti di natura scientifica quasi esclusivamente attraverso i media e internet, che sono sicuramente i mezzi più efficaci di comunicazione di massa, ma che allo stesso tempo rappresentano i sistemi decisamente più inclini alla deformazione e all’imprecisione.

Ecco quindi, che l’inevitabile diffusione di stereotipi e luoghi comuni, unita a una generale propensione a ipersemplificare concetti che in realtà sono molto vasti e complicati, genera il dilagare di un dibattito pubblico sui cambiamenti climatici vivace e rumoroso, spesso viziato da equivoci e fraintendimenti. Questo tipo di dibattito, infatti, oltre che a trarre origine generalmente da una insufficiente conoscenza dei fatti, è spesso animato anche da una sorta di schieramento ideologico che coinvolge la personale visione del mondo, dell’uomo e della natura, e che, chiaramente, produce quel fenomeno così diffuso nelle dinamiche sociali che si chiama “bias” o pregiudizio.

Questo tipo di approccio intellettuale, che è poi esattamente il contrario di quello che dovrebbe essere un atteggiamento scientifico, lo si può peraltro facilmente identificare nelle posizioni granitiche, imperturbabili e inamovibili, che caratterizzano il pensiero di molti. Per difendere le proprie convinzioni, si è disposti persino a negare l’evidenza dei fatti, o a crearsi dei meccanismi mentali per cui si tendono a considerare e a selezionare, spesso maldestramente, soltanto i fatti o i dati che possano in qualche modo avvalorare le proprie tesi, tralasciando magari tutta una moltitudine di altre informazioni che, se valutate obiettivamente e complessivamente, potrebbero invece confutarle facilmente. Un processo cognitivo ubiquitario ben conosciuto con il nome di “cherry picking”.

Ma torniamo ai cambiamenti climatici. Una delle meta-analisi e allo stesso tempo anche una delle interpretazioni senz’altro più convincenti dello stato dell’arte in materia, è fornita dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), organo dell’ONU nato nel 1988 proprio con lo scopo di studiare il riscaldamento globale e ampiamente criticato da alcuni per la sua presunta natura politicizzata. In realtà ciò che è riportato nei vari rapporti, che vengono redatti una volta ogni sei anni circa, corrisponde efficacemente e puntualmente a quanto si può trovare mediamente nella letteratura specialistica o nei siti dei più prestigiosi enti climatologici internazionali come il GISS-NASA, l’NCDC-NOAA e il Met Office, i quali costituiscono delle vere e proprie miniere di dati e informazioni. Dati e informazioni che quindi parlano chiaro anche da soli, senza bisogno di alcuna manipolazione politica.

Nell’ultimo rapporto dell’IPCC, il quinto, pubblicato nel 2013, per esempio, non c’è scritto da nessuna parte che l’attuale riscaldamento globale sia provocato interamente dalle attività umane, così come si sente spesso blaterare dalle sponde più o meno coscientemente scettiche.

I punti centrali del rapporto IPCC, infatti, sono principalmente due e recitano esattamente così: “Il riscaldamento globale attuale è inequivocabile e riguardo alle cause, è estremamente probabile che più della metà dell’aumento della temperatura superficiale media globale osservato nel periodo 1951-2010 sia stato causato dall’aumento delle concentrazioni dei gas serra antropogenici, insieme ad altri forzanti di origine antropica”.

Abbiamo quindi da una parte una chiara evidenza scientifica, il riscaldamento globale, di cui conosciamo esattamente nome e cognome e dall’altra il forte sospetto che una serie di cause in particolare (attività antropiche), tenda a prevalere quantitativamente sulle altre, che contrariamente a quanto si crede e senza alcun mistero, sono costantemente studiate e indagate. Nessuno mette in discussione per esempio l’importanza che hanno sul clima le fluttuazioni naturali del sistema accoppiato atmosfera-oceani e che sono descrivibili mediante i principali indici climatici o l’impatto a breve termine sulle temperature globali che hanno fenomeni come il Nino, la Nina o le eruzioni vulcaniche.

Molti però continuano ancora a dubitare (a volte giustamente) anche dei dati di temperatura, chiamando in causa eventuali errori grossolani derivanti dai fenomeni delle isole di calore urbane o riferendosi ad una rete di misurazione ancora troppo eterogenea.

E’ bene ricordare allora che oltre ai dati strumentali delle temperature, che non sono soltanto quelle superficiali, ma anche quelle satellitari troposferiche e le SST, esistono anche molti altri dati osservativi, perlopiù legati a fenomeni che fungono da indicatori climatici, come per esempio l’aumento del livello medio del mare, lo scioglimento dei ghiacciai montani e continentali della Groenlandia e dell’Antartide occidentale, la diminuzione della copertura nevosa, la significativa riduzione della calotta artica, i quali portano tutti alle stesse conclusioni: il riscaldamento globale esiste ed è ampiamente documentato.

Il clima però, è sempre cambiato anche in assenza della forzante antropogenica. Vero, ma il problema è che nonostante tutti quei bei grafici tematici che poi sono soltanto delle ricostruzioni a grandi linee e che potremmo definire utilizzando l’ossimoro “approssimativamente precisi”, nessuno in realtà ha la più pallida idea dell’esatta collocazione spazio-temporale di questi fenomeni, certamente avvenuti, ma che ancora i precari dati paleoclimatici e storici non riescono purtroppo a definire con precisione.

In altre parole nessuno sa se nel passato si sia mai verificato un aumento di temperatura globale di circa 0,7°-0,8°C in soli quarant’anni, come quello attuale, questo perché il grado di definizione dei dati paleoclimatici o storici, non è minimamente confrontabile con quello attuale. In ogni caso, anche se si conoscessero esattamente le cause di questi cambiamenti climatici avvenuti nel passato, ciò non escluderebbe comunque che il riscaldamento attuale possa percorrere effettivamente dinamiche diverse, atipiche o peculiari.
E poi ci sono le mitologie legate a storie di vichinghi e di terre da qualche parte verdi, come oggi del resto, di viticoltura presumibilmente condizionata dal clima anziché dalle vicende legate ai mercati e ai contesti storici, di qualche fiume ghiacciato immortalato in un dipinto a testimoniare piccole ere glaciali proiettate arbitrariamente su scala planetaria. Francamente non si riesce a capire bene come si possa soltanto pensare di mettere sullo stesso piano logico-concettuale i risultati di decine d’anni di ricerca climatologica moderna con labili e soggettivi contesti di questo tipo.

Maggiore attenzione merita sicuramente l’ipotesi alternativa secondo cui la principale causa dell’attuale riscaldamento globale possa essere imputabile alla variabilità solare, se non altro per il fatto che il Sole costituisce effettivamente il motore del clima e della vita su questo pianeta.

Il problema fondamentale però è che dai dati ufficiali di cui disponiamo pare non ci sia nessuna correlazione evidente tra la variazione dell’attività solare e le temperature globali, anzi, a fronte di una leggera diminuzione dell’attività solare in corso già da alcuni decenni e precisamente dal picco del ciclo 19 raggiunto intorno all’anno 1960, tutti sappiamo invece come sono variate nel frattempo le temperature. Anche l’evidente, contemporaneo raffreddamento della bassa stratosfera poco si addice all’ipotesi solare. In realtà, considerando una meta-analisi dei lavori scientifici, emerge chiaramente come la variabilità solare possa avere certamente un effetto, soprattutto a livello regionale, ma come questo, nella prospettiva del riscaldamento attuale, appaia abbastanza modesto e comunque non determinante se paragonato ad altre forzanti quali ad esempio l’incremento della concentrazione dei gas serra in atmosfera o la variabilità naturale interna al sistema Terra.

Sempre legata all’attività, questa volta geomagnetica del Sole, che è in grado di modificare ciclicamente la disposizione del campo magnetico terrestre, c’è anche la discussa e controversa teoria dei raggi cosmici, secondo la quale le particelle cariche elettricamente di cui sono formati avrebbero la capacità di contribuire a modulare i processi atmosferici di nucleazione e quindi la formazione delle nubi, intervenendo così sul bilancio radiativo terrestre. Al momento però, anche questa teoria non sembra essere sorretta da basi scientifiche solide, tanto che anche i primi dati in arrivo dal CERN di Ginevra dove è in corso l’esperimento CLOUD (Cosmic Leaving Outdoor Droplets) non hanno ancora fornito in merito risultati concreti e definitivi.

Ma parlando di conferme sperimentali viene anche in mente il problema legato all’accuratezza dei modelli climatici standard che qualcuno definisce “dell’IPCC”, anche se è bene precisare che l’IPCC non fa ricerca, ma si limita soltanto a riassumere quello che già esiste in letteratura. Secondo una certa tipologia di critica, i modelli climatici attuali non sarebbero riusciti a cogliere per esempio il rallentamento della crescita delle temperature osservato per una dozzina d’anni tra il 2002 e il 2013 e questo costituirebbe dunque la prova che tutta la scienza del clima, principalmente basata sui modelli fisico-matematici, non sarebbe affidabile. Non a caso però, qualche tempo fa, parlando di sistemi complessi (il clima è un sistema complesso), sottolineavamo alcuni punti sostanziali, in particolar modo in riferimento all’impossibilità della previsione in dettaglio e alla necessità di un approccio plurimodellistico per tentare di cogliere almeno alcuni degli aspetti legati alla complessità di un sistema.

Certamente quindi se da questi modelli ci si aspetta, erroneamente, una precisione infallibile sul dettaglio anziché sulla sostanza, per esempio pretendendo una previsione accurata della variazione di temperatura all’interno di un decennio, allora sì, si può dire che in questo caso i risultati non sono stati soddisfacenti. 
Ma non è questa la finalità di questo tipo di modelli, non è loro compito cogliere l’impredicibile variabilità interannuale o di microperiodo del sistema. E se certamente i limiti esistono e sono evidenti, c’è anche da dire che negli ultimi anni, sono stati fatti passi da gigante sia in termini di conoscenza di base, che di disponibilità di dati significativi e grado di completezza dei modelli stessi. 
Oltre a quelli dinamici standard (Global Climate Models-GCM), infatti, sono stati recentemente sviluppati anche nuovi modelli a reti neurali e introdotte altre metodologie di analisi da utilizzarsi per le prove di “attribution” come per esempio un interessante approccio, importato dall’econometria, che si chiama metodo di causalità di Granger (modelli data-driven). Al momento, lo studio dell’evoluzione del sistema clima, condotto utilizzando diversi sistemi di approccio e diverse metodologie scientifiche di indagine, sta sostanzialmente producendo scenari molto simili tra di loro e che tendono ad attribuire alle forzanti antropogeniche ancora un peso importante e significativo rispetto agli altri fattori, sia in termini di probabilità di un futuro aumento delle temperature medie globali sul lungo periodo, sia come causa principale del riscaldamento globale attuale.
In conclusione quindi, certamente la pluralità dei risultati che emergono dalle proiezioni modellistiche malcela in realtà una evidente debolezza conoscitiva e analitica che indubbiamente ancora sussiste nella comprensione del sistema climatico nel suo complesso, tuttavia questo non dovrebbe comunque costituire ragione per sottovalutare aprioristicamente i ripetuti segnali di allarme che provengono continuamente dalla ricerca climatologica internazionale, anche perché, coerentemente, i dati più recenti, in fondo, sembrano ancora confermare piuttosto che smentire.

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– La Terra si sta avviando verso un’altra era glaciale?

from La Crepa nel muro ift.tt/29Y9055

Why Bernie Needs To Take Satan’s Advice and Create An Un-Christian Coalition

by Greg Palast with Dennis J Bernstein for Nation of Change
Bernie Moment
Bernie Sanders may have conceded the nomination, but he can still win control of the Democratic Party. By harnessing the power of his people, Bernie could ensure Hillary keeps the promises she made to him in exchange for his endorsement. And with 13 million supporters in his pocket, Bernie has the chance to create something far stronger than the Christian Coalition, which has shaped GOP policy for over two decades. He could lead a mighty Un-Christian Coalition, if you will, that moving forward could force Hillary’s hand so she has little choice but to serve the people as opposed to her corporate paymasters. In this week’s Best Democracy Money Can Buy, Election Crimes Bulletin, Dennis J. Bernstein and Greg Palast explain how Bernie can take a tip from Satan’s playbook and seize this moment to create one hell of a powerful a movement!

TRANSCRIPT (Originally broadcast on July 13, 2016)

Dennis J. Bernstein: Today we’ve seen Bernie came out strong in support of Hillary Clinton. Many people are troubled, some are supporting it, some aren’t. Let’s talk a little bit about what this moment means. Is this the end of a moment or the beginning of a movement?

Greg Palast: Well, that’s up to the people, and Senator Sanders. When you saw him on stage, he looked like those guys who are reading those confessions from a North Korean prison: “I am sorry… I have disgraced the party… and I will atone for my sins.” I know a lot of people in the Sanders crowd, and the Bernie or Bust people, good friends of mine, are crying about Bernie drinking the Kool-Aid for the Democratic Party, but that was foreordained, they weren’t going to let him win.

Barack Obama beat Hillary Clinton, but he had something else on his side, which is not the people — remember he actually lost to Hillary Clinton in the primary by total number of votes — but he had the votes that counted. That is, he had the support of Robert Rubin, City Bank, Jamie Diamond…

DB: Don’t forget my friend Penny Pritzker…

Palast: Penny Pritzker, who is currently our unindicted Secretary of Commerce and billionaire banker of the Pritzker family. Obama had those three votes — and they’re the ones that counted! So it’s interesting, even though Hillary says, “Well, I deserve it because I have the most votes.” She deserved it in ’08 but she didn’t have the bankers’ vote. This time she does. But that’s not the issue, I want to talk to you about something that I think should comfort people…

I want to tell you about advice I got in a very similar situation from just about the most brilliant man I’ve ever met. Many of you know of him as Satan, and some of you know him as the Reverend Pat Robertson. I was investigating Pat Robertson for The Guardian newspaper, so I went in to meet him secretly wired. Robertson had run, just like Sanders, for president. And just like Sanders, did not get the nomination of his party, the Republican Party. That went to George Bush. So I asked the Reverend Pat Robertson, because he had said that God had told him to run for president, I said, “With a campaign manager like that, how could you have lost?” And Robertson said to me, “The Lord did not tell me to win the presidency. He told me to run.”

Now what that cryptic message meant (and it’s worth Bernie taking notes), as Robertson told me, he may have lost the presidency but his list of followers, 3 million people, became the Christian Coalition. So now is Bernie’s moment. I’m completely non-partisan, but when you change from partisan activity to a movement, then I can say something. This is Bernie’s chance to turn his political moment into a political movement, to create the un-Christian Coalition.

As Pat Robertson told me, nothing moves in the Republican party, you can’t get a nomination for dog catcher anywhere in America without the approval of the Christian Coalition. That later morphed into the other evangelical crew. And we know that you can’t win without them. Trump had to win them over… The Republican Party has now been seized by the Evangelical Christian Right.

So they have shown us, through satanic means, what we can do to create a movement to scare the hell out of the Democratic Party. Bernie has a lot more than 3 million followers. He’s bigger than the Christian Coalition. His Un-Christian coalition could shake up American politics, if he doesn’t do a Ralph Nader and run off… When Nader ran in 2000, I wasn’t disturbed that he may have taken enough votes to have elected George Bush. What disturbed me is that he didn’t fight for the black people whose votes weren’t counted. He ran away from creating a permanent movement…

Dennis, here’s a pop-quiz: What was the Democratic Party’s position in 2012 on the minimum wage?

DB: Uh, I don’t know.

Palast: Well, no one knows…

DB: And, no one really cared, right?

Palast: Nobody cared what the party platform is. So if you want the movement to die, spend all your bullets on changing the party platform. If you want your movement to thrive, it’s more than handing the activists over to Hillary to avoid a Trump presidency, it’s about keeping America sane.

For example, instead of arguing over whether there ought to be a vote on the TPP, Bernie’s Un-Christian coalition, 2 years from now, can tell President Clinton, “I hear you are now saying that the Trans-Pacific Partnership trade deal meets your standards and so you’re going to sign it. But it doesn’t meet our standards, so we’re going to take our 7 million members and we’re all going to de-register from the Democratic Party.” Now do you think that Hillary Clinton would continue on such a course? Basically, the Sanders’ people have the ability to veto all the major policies of the Democratic Party, to seize control and have ultimate power within the Democratic Party.

DB: You mentioned the evangelical movement and the role they have played in terms of the power of the new Right…

Palast: Well, one of the things that Sanders did is bring together disparate elements of the left, progressives, and young people. To let that dissipate would be the great crime. It’s even more important than electing Sanders as president. This could be a permanent movement. Now what does this have to do with our usual elections crimes report? This came to me because I was investigating Pat Robertson. And Pat Robertson had created a not-for-profit organization called The Christian Coalition. But because they were involved in politics, after 11 years and after my investigation, they withdrew their application for approval for not-for-profit status by the IRS. Basically Pat Robertson ran a long-term criminal enterprise.

But then, the Supreme Court de-criminalized this activity… Along with Citizens United was the Speech Now decision that said not only could corporations give money to campaigns, but so could not-for-profit organizations, social service charities. So the door is open for the Bernie campaign to become the Bernie movement, and for people to create a not-for-profit coalition for the public as opposed to corporate power, or for whatever purposes the evangelicals operate.

DB: To be clear, what you are saying is, a lot of the energy wasted inside these conventions trying to change the platform is really a bit of a distraction from the energy that can come out of all the platforms that people supported Bernie for at the grass roots level…

Palast: You don’t want to waste your bullet. This convention business is, after all, just a show. It’s theater. There’s no convention. There’s no discussion over whose going to get the nomination. That’s done. It’s a show. Trump has made it clear that he wants the Republican show to even be better, so he’s going to speak all night. It’s burlesque, it’s political striptease. America Has No Political Talent is the show. But if we want to go permanent, if we want to really change this nation, which is what the Sanders’ campaign claims to be about… If you want to have a true Medicare for all, possibility; Clinton has talked about opening up Medicare to people 50 and over, which would be tremendous, if she sticks to it. She’s talked about removing the caps so that rich people have to pay into the social security fund with no cap, which Sanders forced her to do. Sanders forced her to come out against the TPP. Sanders forced her to say she’d re-open NAFTA.

She’s not going to be held to these things when she’s president by looking at her old party platform — that’s a giggle! But she will be held accountable if there are 13 million people in a progressive organization, which Sanders would have to front, which would say, “We are going to withhold our support for the Democratic Party, money, people de-registering, we will have nothing to do with you. These are our demands and we’re holding you to these demands.”


Greg Palast new film on the theft of the 2016 election: The Best Democracy Money Can Buy: A Tale of Billionaires and Ballot Bandits, will be debuted at Net Roots Nation on July 16 in St. Louis.

Dennis J. Bernstein is the executive producer of Flashpoints, syndicated on Pacifica Radio, and is the recipient of a 2015 Pillar Award for his work as a journalist whistle-blower. He is most recently the author of Special Ed: Voices from a Hidden Classroom.

Greg Palast has been called the “most important investigative reporter of our time — up there with Woodward and Bernstein” (The Guardian). Palast has broken front-page stories for BBC Television’s Newsnight, The Guardian, The Nation Magazine, Rolling Stone, and Harper’s Magazine. He is the author of the New York Times bestsellers Bil-lionaires & Ballot Bandits, Armed Madhouse, The Best Democracy Money Can Buy, and the highly acclaimed Vultures’ Picnic, named Book of the Year 2012 on BBC’s Newsnight Review. His books have been translated into two dozen languages.

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Greg Palast (Rolling Stone, Guardian, BBC) is the author of The New York Times bestseller, The Best Democracy Money Can Buy, which will be released as a feature documentary movie this fall. Get your name in the movie credits!

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Dennis J. Bernstein is the executive producer of Flashpoints, syndicated on Pacifica Radio, and is the recipient of a 2015 Pillar Award for his work as a journalist whistleblower. He is most recently the author of Special Ed: Voices from a Hidden Classroom.

Nation of Change is the Publication of Origin for this work. Permission to republish is freely granted with credit and a link back to Nation of Change.

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Puntualizzazione sui “Tre giorni di Oscurità”

Senza soffermarsi qui sulla autenticità o meno delle “Sacre Scritture”e tralasciando le varie traduzioni, manipolazioni e interpretazioni alle quali sono state sottoposte, la lettura di questa analisi basata su questi scritti, a proposito dei profetici “tre giorni di buio”,  risulta interessante.
Per conoscenza!
Catherine

Sebbene io abbia già ampiamente affrontato il tema sui “Tre giorni di buio” (QUI), pubblico questo articolo perché ritengo possa essere utile a tutti coloro che, fermamente arroccati sul loro intransigente punto di vista religioso, ne mettono in discussione la veridicità profetica.

Puntualizzazione sui Tre giorni di Oscurità

In tempi recenti alcuni siti web di ispirazione cattolica, assieme ad un certo numero di esponenti della Chiesa, hanno espresso il proprio scetticismo nei confronti di una delle profezie più misteriose ed “oscure” (l’aggettivo meglio appropriato) della mistica cristiana: i Tre giorni di buio.

Questa diffidenza è in gran parte guidata dalla scoperta della falsità di alcune presunte rivelazioni spacciate per “messaggi di Padre Pio”, che negli ultimi anni avevano conosciuto una certa risonanza nella rete.

Volendo trascendere l’accesa discussione tra fazioni contrapposte – i detrattori e i promotori – tenteremo di analizzare la questione nel profondo, ed arrivare ad una conclusione basata sulle Sacre Scritture e sugli scritti dei santi…

“Il Sole divenne Nero”

“Quando l’Agnello aprì il sesto sigillo (…) il sole divenne nero come sacco di crine.”

“Καὶ εἶδον ὅτε ἤνοιξε τὴν σφραγῖδα τὴν ἕκτην (…) καὶ ὁ ἥλιος μέλας ἐγένετο ὡς σάκκος τρίχινος.”

Il passo dell’Apocalisse sopracitato (6:12) è tradotto fedelmente dal testo originale, in cui si fa esplicito riferimento ad un sole di colore nero, come oscurato o non più attivo – μέλας – “nero”.

Ancor più chiaro è il passo successivo dedicato alle prime quattro trombe suonate dagli Angeli (Ap. 8:12):

“Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò: il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente.”

“Καὶ ὁ τέταρτος ἄγγελος ἐσάλπισε, καὶ ἐπλήγη τὸ τρίτον τοῦ ἡλίου καὶ τὸ τρίτον τῆς σελήνης καὶ τὸ τρίτον τῶν ἀστέρων, ἵνα σκοτισθῇ τὸ τρίτον αὐτῶν, καὶ τὸ τρίτον αὐτῆς μὴ φανῇ ἡ ἡμέρα, καὶ ἡ νὺξ ὁμοίως.”

La descrizione è in gran parte vaga, si parla di una perdita di luminosità generale del firmamento senza specificare la durata di tale evento, tuttavia rimane un indizio fondamentale.
Questo secondo passo è tradotto fedelmente dal testo originale, perciò, pure in questo caso, possiamo esser sicuri che l’estratto non si presti ad interpretazioni diverse o arbitrarie.

Il verbo σκοτίζω (nel testo σκοτισθῇ) significa generalmente “oscurare”, ma può anche essere inteso come “assenza della Luce di Dio”: un tipo di oscurità, quella dell’assenza di Dio, mai provata sulla Terra che, di conseguenza, produce mancanza di luce.

Gli astri si oscurano poiché sulla terra manca Dio, potremmo sintetizzare: in alcune profezie si parla, a questo riguardo, di un momento in cui il Creatore si “ritirerà” dal mondo, che fino a quell’istante aveva sostenuto malgrado l’infedeltà dello stesso.

Ovviamente l’Apocalisse non è l’unico testo biblico in cui si trovano degli elementi riconducibili ai famigerati “Tre giorni di buio”.
E proprio rileggendo l’Esodo (10:21-22), troviamo un passaggio dichiaratamente esplicito:

Allora il Signore disse a Mosè: «Stendi la tua mano verso il cielo e vi siano tenebre nel paese d’Egitto, così fitte da potersi toccare. Mosè stese la sua mano verso il cielo e per tre giorni ci fu una fitta oscurità in tutto l’Egitto.»

Esattamente come accade per il sesto sigillo (il penultimo) citato in precedenza,anche nella nona piaga d’Egitto (la penultima) la luce lascia spazio alle tenebre, preannunciando l’ultimo e devastante castigo.

In generale, considerati i numerosi paralleli (cavallette, massicce morie di animali, ulcere), potremmo affermare che i supplizi riservati all’Egitto 3500 anni fa saranno riprodotti su scala mondiale negli ultimi tempi, seppur con le relative modifiche volute dalla Volontà Divina.
Il profeta Gioele ben 600 anni prima della visione dell’Apostolo Giovanni scriveva che “Il sole sarà mutato in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno dell’Eterno” (2:31).

Lo stesso scrissero i profeti Amos (8:9) e Sofonia (1:14-15) rispettivamente 800 e 700 anni prima che fosse composta l’Apocalisse.

Interessante notare che il concetto di oscurità nei tempi antichi era proprio dello Sheol (שְׁאוֹל), l’oltretomba israelita, dunque strettamente legato alla sfera della morte.

Il Buio nelle Profezie dei Santi


Qualcuno di recente ha dichiarato: «L’origine di questa profezia è dubbia, attribuita ad alcuni santi e beati e a tantissimi mistici e veggenti non affidabili; nel senso che nessuno della Chiesa ha mai riconosciuto in loro i doni provenienti dallo Spirito Santo».
Ci sembra un’affermazione azzardata, considerato il corposo quantitativo di cui si dispone sull’argomento.
Uno tra gli esempi che citeremo è quello di San Gaspare del Bufalo (1786–1837), fondatore della congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue e canonizzato da Pio XII nel 1954. In uno dei suoi componimenti, a seguito di una visione scrisse:

«La morte degli impenitenti persecutori della Chiesa avverrà durante i Tre giorni di buio. Colui che sopravviverà alla tenebra e al pianto, apparirà a sé stesso come l’unico superstite della Terra, perché di fatto il mondo sarà coperto di cadaveri.»

La visione è confermata anche dalla Venerabile Elena Aiello (1895 – 1961) e dalla Santa Maria di Gesù Crocifisso (1846 – 1878), entrambe riconosciute dalla Chiesa.

Santa Faustina Kowalska (1905 – 1938) ricevette una rivelazione da parte di Gesù esattamente in linea con quanto espresso sino ad ora:

«Prima che giunga il giorno della giustizia, sarà dato agli uomini questo segno: si spegnerà ogni luce in cielo e ci sarà una grande oscurità su tutta la Terra.»

Tuttavia la più dettagliata descrizione di tale avvenimento è data dalla Beata Anna Maria Taigi (1769 – 1837), confermata persino dalla Beata Elisabetta Canori Mora (1774 – 1825):

«Verrà sopra la Terra un’oscurità immensa che durerà tre giorni e tre notti. Nulla sarà visibile e l’aria sarà nociva e pestilenziale e recherà danno, sebbene non soltanto ai nemici della Religione.

Nell’arco di questo tempo, la luce artificiale sarà impossibile; arderanno soltanto le candele benedette. Durante tali giorni di sgomento, i fedeli dovranno rimanere nelle loro case, recitare il Rosario e chiedere Misericordia a Dio.
Tutti i nemici della Chiesa (visibili e sconosciuti) periranno sulla Terra durante questo buio universale, eccettuati soltanto quei pochi che si convertiranno. L’aria sarà infestata da demoni che appariranno sotto ogni specie di orribili forme.»

Nel tempo molti dubbi sono sorti riguardo alle “candele benedette” che saranno utilizzabili esclusivamente nelle case dei giusti.
Questo fatto, per un attento conoscitore della Bibbia, non dovrebbe risultare come un’anomalia perché, proprio nel sopracitato capitolo sull’Esodo, è scritto che durante le tenebre in Egitto “non ci si vedeva più l’un l’altro e per tre giorni nessuno si poteva muovere da dove stava; ma tutti i figli di Israele avevano luce nelle loro abitazioni.” (Es. 10:23).

Decisamente più enigmatica – e terrificante – è la parte dedicata ai demoni.

In alcune visioni, l’aria pestilenziale e l’oscurità che si dovrebbero diffondere sulla Terra sono sovente descritte accompagnate da demoni infernali che verranno tutti prosciolti dalla loro prigione di fuoco per torturare atrocemente gli uomini.
L’evento di per sé potrebbe essere ricollegabile al passo dell’Apocalisse (9:1-4):

“Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla Terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell’Abisso; egli lo aprì, e salì da esso un fumo come quello di una grande fornace che oscurò il sole e l’atmosfera.

Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla Terra e fu dato loro un potere simile a quello degli scorpioni. E fu detto loro di non danneggiare né erba, né arbusti, né alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte.”

Notare la simbologia: l’«astro caduto dal cielo» è un chiaro riferimento a Lucifero, l’angelo caduto; le cavallette e gli scorpioni sono difatti spiriti maligni dalle differenti caratteristiche, derivanti dalla loro funzione.
Tuttavia, il passaggio non rimane ben definito e non è facilmente collegabile a quanto scritto dai santi, i quali in termini molto generali dicono che «l’aria sarà pervasa dai demoni» senza aggiungere dettagliate precisazioni.

La Cacciata dei Diavoli da Arezzo di Benozzo Gozzoli (1452) – 

Chiesa di San Francesco – Montefalco

Considerazioni finali

Alla luce di quanto analizzato, valutati anche gli approfondimenti sull’etimologia greca di alcuni termini, ci sembra decisamente arduo bollare come falsità la profezia dei “Tre giorni di buio”, e ancor peggio quella riguardante l’oscurità che avvolgerà la Terra in questi tempi apocalittici, come attestano le Sacre Scritture.

Relazione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it

from La Crepa nel muro ift.tt/29MbYuJ